cartone, Černigoj Augusto, XX

Oggetto
cartone
Soggetto
Orfeo
Autore
Černigoj Augusto (1898/ 1985)
Cronologia
1936
Materia e tecnica
carta/ pittura a tempera, tesseratura
Misure
cm - altezza 148, larghezza 83
Codice scheda
D_1405
Collocazione
Spilimbergo (PN)
Scuola Mosaicisti del Friuli
Galleria e archivio Scuola Mosaicisti del Friuli
Iscrizioni

Il bozzetto rappresenta Orfeo, il leggendario poeta della Tracia, abilissimo nel suonare la cetra e nell'incantare con essa alberi, animali e rocce. Malgrado il soggetto classico, la forma viene reinventata attraverso moduli artistici legati alle correnti contemporanee del tempo. La figura di Orfeo si impone monumentale al centro sul bordo di una zolla di terra circondata in parte dall'acqua, lo circondano gli elementi naturali che subiscono la fascinazione della sua lira: in alto gli uccelli e un serpente avviluppato sul tronco di un albero, vicino un capro o stambecco dalle lunghe corna ritorte, una conchiglia e dei pesci con la testa fuori dall'acqua. le tinte fredde vanno dal grigio e azzurro dello sfondo, al marrone e al verde in varie tonalità che esauriscono il cromatismo di ogni elemento della composizione.

L'esecuzione del cartone dell'"Orfeo" per la realizzazione in mosaico costituisce il primo frutto della felice collaborazione del pittore triestino Cenigoj con la Scuola Mosaicisti, diretta in quel periodo, gli anni Trenta, da Antonio Baldini. Cernigoj fu favorevolmente impressionato dalle opere esposte dalla Scuola Mosaicisti all'ultima mostra dell'Artigianato Friulano e dall'assicurazione fattagli sull'"impeccabilità di esecuzione e de ll' amore" con il quale gli alunni apprendono l'arte del mosaico, e lo fu a tal punto da spedire un disegno in scala del cartone originale nell'aprile del 1936 con la promessa di estendere all'ambiente triestino la fama della Scuola qualora la collaborazione andasse a buon fine (lettera di A. Cernigoj alla Scuola Mosaicisti, Trieste 5 aprile 1936). La destinazione precisa del mosaico non è indicata, ma la raffigurazione di un soggetto epico non è casuale: negli anni Venti e Trenta molti artisti recuperarono il mito come emblema di moduli espressivi e spunti lirici che le Avanguardie avevano soffocato. Nell'ambiente artistico dell'epoca Corrado Cagli riprese frequentemente il tema dell'Orfeo e, in scultura, anche Arturo Marti ni scelse di affrontare questo soggetto. Augusto Cernigoj pare inserirsi perfettamente in questo clima arcaizzante del Novecento. Tuttavia il messaggio antico viene reinterpretato alla luce di nuovi significati: "Quale personificazione della cultura, il mito di Orfeo potrebbe voler rivendicare una volta d i più le potenzialità dell'arte e l'individualità dell'artista" che, reso immortale dall'arte stessa, è il solo in grado "di comunicare memorie, affioramenti dell'inconscio, impulsi, emotività de echi primordiali, in definitiva la conoscenza ancestrale che l'uomo ha dentro di sé" (Venuto 1993-1 994, p.139). Se il potere dell'arte sta nella libertà di interpretazione del mondo, "il potere dell'artista si esprime nel momento in cui rimane fedele a se stesso, al suo sentire, senza essere influenzato da soverchierie culturali e conformismi" (Venuto 1993-1994, p.139). Nel agosto 1936 Baldin i fornisce il primo preventivo per il bozzetto in scala spedito da Cernigo j: per seguire lo stile del lavoro proposto, Baldini consiglia "una tecnica piuttosto mista, impressionistica, con molta plasticità piuttosto che chiusa, battuta e liscia". Nel primo caso il pannello costerebbe L.800, nel secondo L.1200 (lettera di A. Baldini a A. Cernigoj, Spilimbergo 6 agosto 1936). Nello stesso periodo di lavorazione dell'"Orfeo", secondo la corrispondenza contenuta nel partitario n.13, la Scuola sta eseguendo per Cernigoj anche un altro mosaico dal soggetto mitico intitolato "Apollo", di cui non è fornito nessuno schizzo, offerto all'artista per L.450 e venduto all'impresa di costruzioni Mastellari di Ferrara a L .2000 nell'aprile del 194 1. Nel 1938, durante un periodo di soggiorno a Lubiana, Cernigoj chiede alla Scuola un preventivo per una "Madonna" per la quale fornisce un bozzetto in scala: il mosaico, in pasta di vetro o marmo, è di m 1x1.5, da collocare nella nicchia dell'altare della Cappella del Sanatorio di Aurisina (lettera autografa di A. Cernigoj con bozzetto alla Scuola di Mosaico, senza intestazione e data e preventivo della Scuola Mosaicisti, Spilimbergo 6 dicembre 1938). Anche un "S. Giorgio" è in lavorazione nel 1941 (cfr. ASM, partitario n.8, "San Giorgio", Cartella Cernigoj), oltre a un soggetto di caccia destinato a decorare una nave (lettera della Scuola Mosaicisti a A. Cernigoj, Spilimbergo 11 aprile 1941). La struttura compositiva del soggetto "Orfeo" non è affatto naturalistica e, insieme ai volumi squadrati del le figure, richiama l'iconismo e la statuaria del Ventennio e, in particolare, il monumentalismo di Sironi. La tecnica divisionista a pennellate ampie e regolari conferisce al cartone l'aspetto di un mosaico e testimonia l 'impegno e l'interesse dell'artista per l'arte musiva in tutti i suoi aspetti, soprattutto per la possibilità d i sperimentare linguaggi diversi: "cimentarsi nella realizzazione di cartoni per mosaico, diventò per lui una autentica passione che gli consentì di misurare le sue doti di sperimentato re con un procedimento comportante una certa conoscenza tecnica. Questo lo stimolò a tal punto da affermare: "mi diverto molto giacché nel mosaico t rovo delle soluzioni che nella pittura rimangono assenti" (Venuto 1993-19 94, p.140).

BIBLIOGRAFIA

Venuto D., Schede, in La Scuola Mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, Villa Manin di Passariano 2000