Galleria e archivio Scuola mosaicisti del Friuli, artistico

Galleria e archivio Scuola mosaicisti del Friuli

Localizzazione
Spilimbergo (PN)
Scuola Mosaicisti del Friuli
Denominazione
Galleria e archivio Scuola mosaicisti del Friuli
Tipologia
artistico, fotografico

La Scuola Mosaicisti del Friuli, oggi Centro Internazionale di Arte Musiva, è nata a Spilimbergo nel 1922, con il sussidio della Società Umanitaria di Milano e la guida di Lodovico Zanini (1883-1975), appassionato cultore dell’arte musiva, allo scopo di raccogliere l’eccezionale eredità tecnico-artistica dei mosaicisti della pedemontana friulana, autentica patria dell’arte del terrazzo e del mosaico. La Scuola nell’intento di recuperare e valorizzare il passato della tradizione musiva friulana, già conosciuta nel mondo per effetto del fenomeno dell’emigrazione, ma anche di rilanciare il mosaico come fatto culturale, incentra la propria attività nella formazione di professionisti. Accanto alle opere classiche, alla cultura che viene dagli antichi, la Scuola dialoga con l’attualità esponendo opere contemporanee di grande qualità tecnica e artistica. L’istituto ha un indirizzo scolastico unico: non solo insegna, ma anche promuove e realizza mosaici con riscontri internazionali. Lo testimoniano le opere eseguite in tutto il mondo dalla Scuola Mosaicisti del Friuli o gli eventi ad essa collegati: sono noti i diecimila metri quadrati di decorazioni pavimentali e parietali del Foro Italico di Roma, il rivestimento musivo del Santo Sepolcro di Gerusalemme, le realizzazioni musive dell’Hotel Kawakyu di Shirihama in Giappone, la “Saetta Iridescente” di trentasei metri lungo la parete della metropolitana di Ground Zero a New York o le mostre presso il Royal Ontario Museum di Toronto, la Camera dei Deputati di Roma, le sedi espositive di Parigi e nelle città di Paray-Le-Monial, Obernai, Marsiglia, Arles in Francia e Melbourne in Australia.

Dall'archivio i cartoni e i disegni per i mosaici

La collaborazione con la Scuola Mosaicisti del Friuli prende avvio nel 1996, quando il Centro regionale si fa promotore di una catalogazione per il riordino dell’archivio di fotografie e disegni della Scuola, che documenta la storia dell’Istituto dalle lontane origini del 1922. In tale occasione furono realizzate quasi 2000 schede D – Disegni, relative a bozzetti e cartoni preparatori per i mosaici. Le schede offrono interessanti informazioni sull’autore e la datazione, sulla tecnica di realizzazione e soprattutto riportano notizie storico-critiche, grazie alla consultazione dell’archivio documentale della Scuola, che consentono di circoscrivere l’occasione della realizzazione musiva del disegno. Nel 2004 e nel 2008 viene ampliata la sezione dei disegni e bozzetti preparatori con un centinaio di nuove schede D e vengono catalogati con la scheda OAC – Opera d’arte contemporanea disegni e bozzetti entrati in archivio negli ultimi anni e realizzati da artisti contemporanei o elaborati in ambito didattico con l’utilizzo della computer-grafica. La scheda registra puntualmente nella sezione materia e tecnica il metodo di elaborazione digitale, mentre nella sezione rapporto opera finale/originale l’utilizzo del bozzetto, qualora da quest’ultimo sia derivata un’opera compiuta. I risultati del lavoro di riordino dell’archivio vengono presentati nel 2000 grazie alla pubblicazione La scuola mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, a cura di A. Giacomello e A. Giusa, una coedizione in due volumi, promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Scuola Mosaicisti del Friuli. Nel 2011 inoltre, nell’ambito di un progetto della Scuola, è uscita la guida-catalogo Mosaici in Friuli Venezia Giulia, una coedizione della Regione Friuli Venezia Giulia e della Scuola Mosaicisti del Friuli, che presenta le oltre 320 opere a mosaico presenti in regione, collocate in edifici civili, sacri e in numerosi altri spazi visitabili. Le schede OA – Opere d’arte dei mosaici sono consultabili nella banca dati SIRPAC.

L'archivio delle fotografie e dei disegni (1996)

La collaborazione con la Scuola Mosaicisti del Friuli prende avvio nel 1996, quando il Centro regionale si fa promotore di una catalogazione dell’archivio di fotografie e disegni della Scuola. In tale occasione fu intrapresa un’attività di riordino e inventariazione, grazie alla quale fu possibile realizzare quasi 2000 schede D – Disegni e procedere con la catalogazione della raccolta fotografica costituita da circa 1500 immagini descritte con la scheda F – Fotografia. L’archivio è formato principalmente da fotografie e diapositive che documentano la produzione artigianale e artistica della scuola, utilizzate per il doppio fine di archiviazione e didattico. Accanto a queste si trovano circa un centinaio di immagini che riprendono le attività e i piccoli eventi interni alla rinomata istituzione. E’ soprattutto a partire dagli anni Venti che vengono fotografati le aule, i laboratori e gli ambienti scolastici popolati da studenti in posa o all’opera tra i loro maestri, così come immagini descrittive della specificità del mestiere, tessere di mosaici assieme a strumenti del lavoro. Seguono immagini di gruppi di studenti e insegnanti in gita o di visite di personaggi di rilievo. 16 fotografie riguardano infatti visite ufficiali, tra le quali quella dell’Opera Nazionale Balilla nel 1936 e quella di Giovanni Spadolini alla fine degli anni Settanta, dopo l’istituzione nel capoluogo friulano della facoltà universitaria di Conservazione dei Beni Culturali. Interessanti sono anche le immagini di documentazione, in particolare quelle che riproducono i cartoni da mosaico, eseguiti con tecniche diverse, tra i quali si trovano i cartoni preparatori per il mosaico del Foro Italico di Roma. La necessità di disporre di pubblicazioni di storia dell’arte e di riproduzioni d’arte dei mosaici per offrire agli apprendisti esempi e raffronti storici importanti ha incrementato l’uso della fotografia quale utile appoggio alla didattica. Gli studenti potevano in questo modo vedere stampate e in seguito proiettate tramite diapositiva sia opere di scultura, architettura – soprattutto interni di chiese – e pittura, sia soprattutto esempi di mosaici storici, pavimentali e parietali. Tra questi sono molti quelli che illustrano i famosi mosaici veneziani, ravennati e romani, tre dei quali sono scatti eseguiti da Carlo Naya (1816-1882) durante la campagna di documentazione sui mosaici di San Marco a Torcello. Per quanto concerne gli autori, molte di queste fotografie, fino al 1942, sono dello studio fotografico spilimberghese di Olga Zamperiolo e dei suoi operatori succedutisi nel corso degli anni, da Francesco Casagrande ad Angelo Borghesan. Compare poi il nome di Elio Ciol (1929-) specializzato nella documentazione delle opere d’arte. Per ciò che concerne le tecniche una particolarità è dettata dalla presenza di un centinaio di immagini all’albumina, una tecnica che si afferma negli ultimi decenni dell’Ottocento e utilizzata nei primi del secolo successivo.

Le stampe (2001)

In seguito nel 2001 venne individuato un fondo di 100 stampe, catalogate con la scheda S – Stampe, databili all’inizio e alla prima metà del XX secolo, relative a tavole appartenenti a pubblicazioni per lo studio del disegno. I risultati del lavoro di riordino dell’archivio sono stati presentati nel 2003 grazie alla pubblicazione La scuola mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, a cura di A. Giacomello e A. Giusa, una coedizione in due volumi, promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Scuola Mosaicisti del Friuli.

BIBLIOGRAFIA

Piccinno V., Musei e Collezioni nella Provincia di Pordenone. Museums and Collections in the Pordenone Province, Pordenone 2012

Scuola Mosaicisti, La Scuola Mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, Villa Manin di Passariano 2000

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