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recto: Campari, Cordial Campari, Milano/ Cordial Campari/ Bitter Campari
Nizzoli
Il cartone raffigurante la "Pubblicità di Bitter e di Cordial Campari" è solo parzialmente dipinto a tempera. In uno spazio romboidale, al centro, pochi essenziali elementi a matita: compaiono l'alzata con frutta e dolci, la bottiglia e il vassoio con il bicchiere disposti su un tavolino, cui fanno da sfondo un calcolato dinamismo di linee. Scritte cubitali, stagli ate come solidi in profondità, pubblicizzano la ditta Campari, mentre una "se vera" cornice greca riquadra il cartone, tendendo alla massima valorizzazione del contenuto.
Il cartone raffigurante "Pubblicità di Bitter e di Cordial Campari", desti nato a diventare "manifesto" della ditta omonima, porta la firma di Marcello Nizzoli, ma non è databile con certezza. Del soggetto manca, infatti, un paritario di lavoro dettagliatamente documentato, per cui la cooperazione, attinente al progetto di "decorazione - manifesto" qui illustrato, tra il poliedrico artista emiliano e la Scuola del Mosaico è riconducibile, per grandi linee, agli anni Trenta: in questo periodo, infatti, è particolarmente sentito il problema d'inventare modelli d'immagine all'interno di una programmazione pubblicitaria globale e Nizzoli allestisce vetrine per la Campari, ditta che lo collega proprio ai soggetti che egli disegna per l'Istituto musivo spilimberghese. Nel cartone per mosaico ideato per la reclamizzazione del Bitter e del Cordial Campari, Nizzoli riveste a pieno titolo il ruolo di grafico pubblicitario: parla attraverso immagini, calamitando l'attenzione dell'osservatore attraverso stilemi cubofuturisti d'impronta descrittiva. Il senso di precarietà e di sospensione che Cézanne e i Cubisti conferivano agli oggetti rappresentandoli sotto angolature diverse, viene recuperato da Nizzoli mediante una ripresa fortemente scorciata della composizione, mentre il senso di vertigine di certe immagini futuriste è data dal "risucchio" in profondità di oggetti e parole. L'artista non cura solo l'esecuzione di pannelli e manifesti, ma anche la progettazione di strutture in genere: non a caso nell'Archivio della Scuola del Mosaico son o documentate le realizzazione di piani di tavolo in mosaico, ispirate ai cartoni di Nizzoli (ASM, reg.1, part. 40-41; reg. 2, part. 40-41), raffiguranti l'armamentario pubblicitario consueto della ditta Campari, già riscontrabile in due manifesti pubblicati nel catalogo monografico dell'artista, "Campari l'aperitivo" e "Cordiali Campari liquor", non datati con precisione, ma da collocare comunque appena oltre la metà de gli anni Venti. Le poche informazioni a disposizione confermano che fu episodico il rapporto d i collaborazione tra la Scuola Mosaicisti e l'artista Marcello Nizzoli, un progettista in senso totale, un artista nel senso Jugend del termine. L'anello di congiunzione tra l'autore e Spilimbergo è rappresentato dal professor Antonio Baldini (secondo direttore della Scuola Mosaicisti, attivo dal 1928 al 1941) che, originario, come il Nizzoli, di Boretto (Reggio Emilia), ha probabilmente mantenuto con lui una di quelle amicizie che spontaneamente sorgono nei piccoli centri, dove i contatti umani sono facilitati (Venuto 1993-1994, pp. 124-128).
Venuto D., Schede, in La Scuola Mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, Villa Manin di Passariano 2000
Venuto D., La Scuola di Mosaico di Spilimbergo dalle origini al 1941, 1993/ 1994
Marcello Nizzoli, Marcello Nizzoli, Milano 1990