recto, in alto al centro: Lato verso la vasca
varie: Fascia perimetrale marmo nero
Il lucido è il piano di posa per un gruppo di animali marini tra cui crostacei e serpenti, posti lungo il perimetro della piscina Olimpionica.
Non si tratta di un cartone, ma di un piano di posa per un gruppo di anima li marini, posti lungo il perimetro della piscina Olimpionica. Il raggruppamento di animali marini si presenta molto frammentato poiché segna le piccole porzioni in cui veniva lavorato il mosaico a rivoltatura, il piano di posa serviva infatti per ricomporre l'immagine globale numerando i vari pezzi, per poterli accostare esattamente. Data l'importanza dell'opera cui il piano di posa si riferisce e stante la perdita dei cartoni originali, ho pensato opportuna la schedatura del lucido, redatto dai maestri spilimberghesi su cartoni di Giulio Rosso. Mentre i mosaici parietali furono realizzati a smalto su cartoni di Angelo Canevari, il disegno del pavimento d ella piscina olimpionica era stato assegnato a Giulio Rosso, che elaborò i motivi acquatici già usati nella fontana della sfera in mosaico bianco e nero. I modelli erano costituiti dai mosaici di Ostia antica, in particola re dalle Terme di Nettuno e da quelle dei Sette Sapienti. Tutta la superficie intorno alla vasca fu decorata con gruppi, alternatamente più grandi e più piccoli, costituiti da animali anfibi, pesci, molluschi e conchiglie variamente combinati tra di loro. I cavalli marini furono copiati dai mosaici delle terme di Ostia e i loro cartoni furono utilizzati anche nell'anello musivo della fontana della sfera. Le stesse figure, per esempio l'iguana, il serpente, il pesce spada, furono utilizzati più volte in gruppi diversi, non solo nelle piscine, ma anche nel piazzale e nel viale. Rosso ottenne così innumerevoli varianti decorative sugli stessi motivi. Rispetto a i mosaici di Canevari, quelli di Rosso erano molto più elaborati, ricchi d i dettagli ottenuti con filettature contrastanti e con inversioni cromatiche tra il bianco e il nero. Partendo dal lato lungo dell'ingresso sul pavimento si susseguono i seguenti gruppi: quattro pesci spada, serpente e pesce; corallo, iguana e pesce palla; nuotatore, coccodrillo e iguana; aguglia, lisca e pesce; iguana, cavallo marino, tre pesci e la firma "Giulio Rosso"; coccodrillo e astice; testuggine, murena e razza; nuotatore su delfino, sardina e razza; razza, pesce e conchiglia; serpente, stella marina, iguana e astice; polipo; quattro pesci; luccio, squalo, pesce angelo. Dal carteggio d'archivio risulta, paragonata a quella di Canevari, la professionalità di Rosso, che inviava le esatte misure dei gruppi decorativi, inquadrati dalle fasce, e dava istruzioni sul modo di procedere nei lavori. Ne l novembre 1934, contemporaneamente al pannello per la Casa Sperimentale dell'Opera Nazionale Balilla, Canevari annunciò a Baldini che gli era stata affidata da Ricci la decorazione della piscina coperta, che pensava di fa r eseguire alla Scuola di Spilimbergo, cui si offriva un'occasione per passare alla storia. Il lavoro comprendeva un fregio a mosaico sulla parete principale con figure a smalto su un fondo di marmo bardiglio, mosaici sulle pareti raffiguranti atleti, corridori e tuffatori, tutto su cartoni di Angelo Canevari, e un pavimento in mosaico bianco e nero su cartoni di Giulio Rosso (ASM, b. 70, lettere di A. Canevari ad A. Baldini, Roma 24 novembre 1934 e 27 novembre 1934). Giulio Rosso inviò i primi disegni nel dicembre 1934 e i lavori furono definiti urgentissimi da Renato Ricci (part. 55, Telegramma di R. Ricci, Roma 12 dicembre 1934). La enorme quantità di lavoro doveva essere completata entro il 21 aprile 1935 in occasione dei Littoriali e ciò spinse Baldini in un primo momento a ritenere impossibile assumere la commessa, poiché il tempo a disposizione era insufficiente e la scuola era già impegnata nei lavori alla Casa delle Armi. Mi sembra però che le obiezioni di Baldini fossero dirette in realtà a ottenere alcune con cessioni, poiché, già il 30 novembre, l'Opera Nazionale Balilla inviò a Spilimbergo i disegni per predisporre il lavoro. Baldini poté, caso più unico che raro, porre queste condizioni a favore della scuola: 1) affidamento dell'intero lavoro senza frazionamenti ad altre ditte private; 2) permesso di assumere, in deroga allo statuto della scuola, mosaicisti disoccupati dello spilimberghese; 3) consegna immediata di bozzetti e cartoni da parte degli artisti; 4) anticipo di lire 20.000 per i rifornimenti di materiale (part. 55, lettera di A. Baldini ad A. Canevari, Spilimbergo 29 novembre 1934; lettera O.N.B. alla scuola, Roma 30 novembre 1934; lettera di Baldin i a S. E. Ricci, Spilimbergo 6 dicembre 1934). Il primo gruppo di disegni comprendente cavalli marini e pesci fu spedito da Giulio Rosso il 20 dicembre 1934 e comprendeva un piano generale quotato in scala 1:20 che modificava le misure dei disegni relativi a fondo e fasce. Insieme allo schizzo si precisò che l'altezza totale della fascia decorata era di m 5.20 anziché 5.60, con un'altezza massima per il gruppo figurato di m 3.60. (segue in OSS)
Bucco G., Schede, in La Scuola Mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, Villa Manin di Passariano 2000
Venuto D., La Scuola di Mosaico di Spilimbergo dalle origini al 1941, 1993/ 1994
Bucco G., Dall'artigianato artistico alla progettazione: aspetti e sviluppi delle arti applicate in Friuli nel primo Novecento, 1993-1994
Foro italico, Il Foro italico e lo stadio olimpico. Immagini dalla storia, Roma 1990
Ragazzi Olimpia, Ragazzi ad Olimpia, in FMR, 1984, n. 26
Zanini L., Una scuola-fucina del mosaico, in La Panarie, 1938, a. XIV, n. 80
Foro Mussolini, Il Foro Mussolini, Milano 1937