cartone, Canevari Angelo, XX

Oggetto
cartone
Soggetto
Minerva
Autore
Canevari Angelo (1901/ 1955)
Cronologia
1935
Materia e tecnica
cartoncino/ carboncino
Misure
cm - altezza 300, larghezza 194
Codice scheda
D_1450
Collocazione
Spilimbergo (PN)
Scuola Mosaicisti del Friuli
Galleria e archivio Scuola Mosaicisti del Friuli
Iscrizioni

Il cartone raffigura la parte centrale della figura volante di Minerva, po sta in alto al centro del fregio per la piscina olimpionica e simbolo dell'intelligenza razionale. Mancano le gambe e le braccia protese in avanti, mentre si intravede l'asta e lo scudo circolare sullo sfondo. Il cartone è eseguito a chiaroscuro con contorni ben delineati su carta quadrettata.

Il fondo quadrettato del cartone indica che si tratta della rappresentazione al vero della figura, che Canevari spediva a Spilimbergo per eseguire i l mosaico a rivoltatura e che doveva essere accompagnata dal piano di posa per il corretto assemblaggio delle parti. Il bozzetto si collega a quelli per Nettuno ed Ercole (cfr. schede 23 e 24). I cartoni della parete di fondo iniziarono il 7 dicembre 1934 e furono terminati su carta il 25 ago sto 1935, ma solo alla fine del settembre 1935 l'architetto Costantino Costantini ultimò la parete di fondo della piscina e si cominciò ad applicar vi i l mosaico. L'architetto Moretti era in ritardo nel completamento dell'opera muraria, Canevari insisteva continuamente nel modificare i cartoni, che risultavano peraltro molto approssimativi. Infine Renato Ricci volle inizi are il rivestimento della piscina solo quando tutti i cartoni, delle pareti e del pavimento, fossero state completati (ASM, b. 70, part. 57, lettere di A. Canevari ad A. Baldini s.d., ma marzo 1935; Roma 6 marzo 19 35; 18 marzo 1935; 29 aprile 1935). Man mano che venivano applicati i gruppi, Cane vari faceva apportare correzioni alle figure (Relazione di A. De Marco a R. Ricci, s. d.). Il gruppo centrale fu spostato e abbassato con conseguente rifacimento della zona vicina e le modifiche alla figura di Nettuno, rifatta ed alzata, causarono il rifacimento dello scudo di Minerva (Lettere di A. Tambosso ad A. Baldini, Roma 16.10.1935; Roma ottobre 1 935). In un primo momento si sospese l'applicazione delle figure di Venere, Ercole e Minerva, che si sarebbero dovute rifare completamente, tanto che Alfio Tambosso chiese se il rifacimento doveva essere fatto a Roma o Spilimbergo (lettera di A. Tambosso a A. Baldini, Roma 22 ottobre 1935). Dopo le proteste d i Baldini comunque Canevari decise di rifare solo Ercol e, ma alle altre fi gure vennero apportate modifiche sostanziali che ritardavano i lavori, come si lamentava Alfio Tambosso. La figura di Minerva f u applicata, insieme a quella di Venere, il 1 dicembre 1935 (lettera di A. Tambosso a A. Baldin i, Roma 1 dicembre 1935) ma si dovette rifare il pie de e lo scudo sul "duro" (lettera di A. Tambosso a A. Baldini, Roma 30 ottobre 1935; Relazione d i A. De Marco a R. Ricci). Baldini in una lettera a Canevari si lamentò fo rtemente delle continue modifiche fatte apportare al fregio poiché erano "di carattere sostanziale" (Lettera di A. Baldini a A. Canevari, Spilimbergo 19 gennaio 1936). Il direttore mise in chiaro che tali modifiche esulava no dalla responsabilità della scuola e avvertì Canevari che lavorare a mosaico era cosa ben diversa dalla pittura, dove le velature potevano cambiar e i toni. Nel mosaico le parti andavano rifatte causando squilibri continui con le parti già eseguite aggiungendo: "Se lei rinforza le masse dello s curo nei panneggi e nei cavalli grigietti troverà poi che le masse del chiaro si riveleranno come enormi macchie vuote" poiché i passaggi delle mezze tinte venivano falsati. Baldini consigliò Canevari di disegnare in modo diverso i cartoni in modo che il chiaroscuro fosse più attinente al bozzetto e che i mosaicisti fossero avvertiti "di tenere per i chiari del bozzetto un valore tonale più robusto di col ore anziché più leggero". La posa in opera andava fatta gruppo dopo gruppo partendo dall'Ercole e dalla Minerva nell'asse mediano (Disposizioni per la posa in opera della parete principale piscina Fregio) e l'applicazione delle figure del fregio fu terminata l'8 novembre 1935, anche se il gruppo di l'Ercole al centro della composizione mancava (lettera di A. Tambosso a A. Baldini, Roma 8 novembre 1935) e sarebbe stato completato solo nel 1936.

BIBLIOGRAFIA

Bucco G., Schede, in La Scuola Mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, Villa Manin di Passariano 2000

Venuto D., La Scuola di Mosaico di Spilimbergo dalle origini al 1941, 1993/ 1994

Bucco G., Dall'artigianato artistico alla progettazione: aspetti e sviluppi delle arti applicate in Friuli nel primo Novecento, 1993-1994

Montorsi P., Il mito di Roma nella pittura di regime (1937-1943: i mosaici del viale dell'impero e le opere decorative per l'E-42, in Bollettino d'Arte, 1993, n. 82

Gino Severini, Gino Severini. Affreschi, mosaici, decorazioni monumentali, 1921-1941, Roma 1992

Imponente A., Atleti in un impero immaginario, in Art e dossier, 1991, a. VI, n. 58

Pictor imaginarius, Pictor imaginarius. 60 anni dall'archivio della Scuola di Mosaico di Spilimbergo, Spilimbergo 1990

Foro italico, Il Foro italico e lo stadio olimpico. Immagini dalla storia, Roma 1990

Ragazzi Olimpia, Ragazzi ad Olimpia, in FMR, 1984, n. 26

Zanini L., Una scuola-fucina del mosaico, in La Panarie, 1938, a. XIV, n. 80

Foro Mussolini, Il Foro Mussolini, Milano 1937