cartone, XX

Oggetto
cartone
Soggetto
pianta del viale del Monolite e parte di piazza della Vittoria
Cronologia
1936 - 1937
Materia e tecnica
eliografia
Misure
cm - altezza 161, larghezza 99
Codice scheda
D_1453
Collocazione
Spilimbergo (PN)
Scuola Mosaicisti del Friuli
Galleria e archivio Scuola Mosaicisti del Friuli
Iscrizioni

L'eliografia rappresenta la pianta del viale del Monolite comprendente l'obelisco all'ingresso e parte dello sviluppo circolare della piazza della Vittoria.

L'eliografia rappresenta la disposizione planimetrica del Viale del Monolite. Si tratta di una copia di quelle distribuite sul cantiere che rappresenta in maniera schematica la disposizione dei pannelli secondo una prima versione che venne eseguita con numerose modifiche. La piazza della Vittoria è stata rappresentata solo in parte poiché questi mosaici furono eseguiti prima di quelli del viale. L'eliografia offre comunque l'occasione per s piegare l'intervento della Scuola di Spilimbergo nel viale del Monolite, esaurientemente documentato nell'archivio della scuola. Il viale uni va il piazzale della Vittoria con l'obelisco, "monolite" appunto, eretto dall'architetto Costantino Costantini in onore di Mussolini. Il viale doveva esser e decorato da mosaici in bianco e nero, ispirati stilisticamente a quelli antichi romani di Ostia. Essi si disponevano entro riquadri abbi nati, che delimitavano una corsia centrale. I mosaici erano racchiusi all'esterno da ventidue blocchi, imitanti le pietre miliari romane, su cui era no ricorda ti, senza relazione con i corrispondenti pannelli, gli avvenimenti fondamentali della nazione italiana, visti da un'ottica storica fasci sta. Il corridoio interno era delimitato da una fascia decorativa costituita da fasci littori geometrizzati e intervallati da "M" mussoliniane, aquile, leoni uguali a quelli già usati nel fregio del piazzale della vittoria. Lo spazio mosaicato risultava così diviso nei ventidue riquadri che si notano sulle piante elaborate dall'architetto Moretti, ma che non corrispondono all'effettiva decorazione commissionata alla scuola. Un documento intitolato Conteggio superficie mosaico-Viale del Monolite riporta la distribuzione delle varie parti tra Angelo Canevari, Giulio Rosso, Achille Capizzano e Gino Severini, ma manca la corrispondenza tra le lettere e le piante fin qui ritrovate (ASM, b. 71, part. 109, Conteggio Superficie Mosaico-Viale del mono lite, s. d.). Dalla collazione con una lettera dell'architetto Moretti a B aldini si desume che la scuola fu incaricata di esegui re sedici pannelli: la testata del viale verso il piazzale della fontana, calcolata come un unico spazio indifferenziato, due figure giganti di Mar te e di Ercole, il fregio, le scritte e i fasci littori. I riquadri I e X XI rimasero vuoti e probabilmente il XVI e XVII (segnati x-y) non furono calcolati come pannelli, ma come "fregi" decorativi alludenti alla marcia su Roma, alla conquista dell'Etiopia e alla proclamazione dell'impero, fatti che venivano esaltati dall'opera intera. Il XVI riquadro esaltava infatti la marcia su Roma, rappresentata da un camion di fascisti armati, decorato con i motti "A NOI", "me ne frego" e "W Mussolini", tre gruppi di balilla osannanti "DUCE-DUCE", avanguardisti, soldati tesi nel saluto fascista e sinistramente brandenti moschetti e manganelli. Il XVII doveva es altare la fondazione dell'impero (9 maggio 1936), perciò la scritta centrale "IX MAGGIO XIV E.F. L'ITALIA HA FINALMENTE IL SUO IMPERO", era circondata dai soldati vincitori in Etiopia che si trasformavano, nella parte bassa, in coloni agricoli con elmo e zappe vicino a un trattore. Sopra volavano aerei biplani, mentre un etiope rendeva il saluto fascista alla bandiera italiana, curiosamente sormontata da un gruppo di avvoltoi. In questi mosaici Rosso fece riferimenti espliciti al mondo contemporaneo: oltre al XVI e XVII riquadro, i pannelli XIX e XX si riferiscono rispettivamente all'edificazione del Foro italico e alla pittura murale, mentre il V esalta la riforma agraria fascista illustrando moderni aratri e case coloniche. I richiami al mondo dello sport si mescolarono a temi bucolici e classici, preferiti da Rosso. Essi però si dovevano leggere in chiave simbolica poiché erano volti ad esaltare la costituzione dell'impero. Il cavalier e che uccide il coccodrillo nel XVI riquadro era l'antenato delle squadre d'azione del vicino camion. Evidente è il simbolismo del combattimento a cavallo contro la fiera esotica nel IX riquadro e delle allegorie di Europa e Africa nel XIV. Le cacce al leone, simbolo dell'Etiopia, e alla tigre nel VIII riquadro, le lotte fra animali esotici evocavano la lotta vittoriosa dei fascisti contro le nazioni africane; i lavori agricoli del IV riquadro, in cui figure dall'iconografia classica si mescolavano a contadini moderni con aratri e nuove case coloniche, rimandavano invece alla politica agricola del regime, alle bonifiche e alla fondazione di Aprilia e Pontinia, ricordate sui blocchi miliari. Le raffigurazioni mitiche di Ercole e Marte poste nel I e XXII riquadro furono già chiaramente interpretate in modo simbolico dalle fonti del tempo, come il rinnovarsi della fortuna di Roma nelle conquiste militari del fascismo. (segue in OSS)

BIBLIOGRAFIA

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