recto, in basso: Barborini 94
Disegno a carboncino e a sanguigna costituiscono la struttura portante del la composizione, animata da neutre superfici di colore che si dilatano e si rarefanno nello spazio.
Tracce di esistenza e di energia ataviche si esprimono nella tensione del tratto a carboncino e nelle frenetiche sinuosità della sanguigna che interagiscono con colate di colore dalle astratte dissolvenze. Come evidenzia Licio Damiani "Le composizioni di Barborini hanno energia, tensione travolgente e fervida carica pittorica; sviluppano un discorso di espansione ferrigna, incandescente del vedere, coinvolgono come epifanie tragiche" (cfr. Damiani 1998, p. 23). Il bozzetto qui illustrato non è ancora stato tradotto in mosaico, ma appartiene a un piccolo fondo di opere che l'artista ha ceduto alla Scuola Mosaicisti, lasciando un segno indelebile della su a frequentazione con l'istituto spilimberghese. Su disegno dell'artista è stato invece realizzato un altro mosaico, eseguito dagli allievi del terzo corso guidati dal maestro Candussio nel 1998 (cfr. Scuola di Mosaico 19 98, fig. p. 22): le tensioni lineari e cromatiche, l'organicità della composizione, sono manifestazioni visive di emozioni e di sentimenti, i cui segni modulati dal trascorrere della luce creano in mosaico una palpitante suggestione e intimi echi evocativi.
Venuto D., Schede, in La Scuola Mosaicisti del Friuli. Bozzetti, documenti, fotografie, stampe e modelli, Villa Manin di Passariano 2000
Damiani L., Ricerca e tormento nella pittura di Bruno Barborini, in Scuola di mosaico e mosaici. 1998, Spilimbergo (PN) 1998