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in basso a destra: K. Saito 1976
Composizione astratta per bande orizzontali cromatiche e segni a matita a lisca di pesce.
Di origine giapponese, Kikuo Saito si forma inizialmente nel suo paese d’origine nel laboratorio di Sensei Itoh, un affermato pittore giapponese. Durante questo periodo, Saito acquisisce sia una comprensione delle arti tradizionali del Giappone che dei movimenti contemporanei come il gruppo Gutai. Intanto matura anche un interesse per il mondo dell'arte americana di New York e per i movimenti come l' Espressionismo astratto , il Minimalismo, il Color Field e la Pop Art. Ciò lo porta a trasferirsi nella città americana nel 1966. Determinante per la sua ricerca artistica è l’incontro con Ellen Stewart , fondatrice del La MaMa Experimental Theatre Club. Nei suoi primi anni a New York, Saito ha bilanciato la pittura con il teatro, tanto che la composizione di molti dei suoi dipinti è stata significativamente influenzata dalle sue produzioni teatrali. Saito ha collaborato con registi e coreografi come Robert Wilson, Peter Brook, Jerome Robbins, e la ballerina e coreografa Eva Maier, con la quale è stato sposato per diversi decenni. Ciò che accomuna il suo lavoro su palco che su tela, è la ricerca sul segno scritto, ripetute indagini sull'alfabeto, sia reale che inventato, leggibile e oscurato, che andrà a costituire il suo lessico pittorico. l lavori di Saito si caratterizzano da composizioni cromatiche riccamente sature con linee disegnate delicatamente. Il pastello della collezione FRIAM è la risultanza di una indagine sulla trasparenza e la sovrapposizione dei mezzi pittorici. A bande colorate a pastello stese a corpo sovrappone il zizagare della matita che crea un motivo a spina di pesce. L’effetto è quello di occultare la suddivisione compositiva a strisce orizzontali per far emergere la dilatazione segnica dei tratti grafici che emergono in superficie.
Gransinigh V., Storie di collezioni e di un museo., in Casa Cavazzini - Le collezioni del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Udine, Udine 2018
Gransinigh V., Casa Cavazzini. Guida al museo d'arte contemporanea, Udine 2017
Gransinigh V., La donazione FRIAM: arte e solidarietà internazionale nel Friuli del posterremoto, in Memorie. Arte, immagini e parole del terremoto in Friuli. Catalogo della mostra a cura di A. Azzollini e A. Giusa, Villa Manin di Passariano, Udine, 21 aprile-3 luglio 1916, Milano 2016
Brezigar I., Arte americana della collezione FRIAM, in Memorie. Arte, immagini e parole del terremoto in Friuli, Milano 2016
Belloni F., Friuli 1976: la collezione d'arte americana FRIAM, in Palinsesti. Sismologie Repertorio Intro/Extra Moenia. Catalogo della mostra cura di A. Del Puppo, San Vito al Tagliamento, 30 settembre-28 ottobre 2006, Ginevra-Milano 2006
Reale I., Galleria d'Arte Moderna di Udine. Guide Artistiche Electa, Milano 1997
Quargnal E./ Orlandini Volpi M., Arte americana contemporanea. Udine, Sala Ajace, 20 settembre - 16 novembre 1980, Udine 1980