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entro la grande bolla di sapone in alto al centro: LE CIARLE
Il disegno raffigura un artista di strada che fa enormi bolle di sapone appoggiandosi a una disordinata pila di libri e tenendo in mano una ciotola con la scritta FATTI all'interno. Dinanzi a lui un pubblico eterogenea assiste rapita all'esibizione.
Il disegno, di cui si ignorano data e modalità di acquisizione da parte degli CMSA di Trieste, è attribuito a Giuseppe Lorenzo Gatteri, attribuzione che si può confermare anche sotto il profilo stilistico. Esso è molto affine ad un altro foglio conservato ai CMSA (inv. 14/2279) condotto nella stessa tecnica, che presenta, pur con alcune varianti compositive, un soggetto del tutto simile e che è un disegno preparatorio finale per una vignetta pubblicata in controparte il 18 marzo 1859 sulla prima pagina del giornale triestino "La Ciarla" (anno II, num. 1, cfr. Pagnini 1959). Perciò si può supporre che il foglio in esame rispecchi una fase intermedia nell'iter compositivo del soggetto e che il disegno di inv. 14/2279 ne costituisca invece il punto di arrivo."La Ciarla", definita "Giornale ebdomadario non politico" fu fondato nel 1858 da Demetrio Livaditi e il suo primo numero uscì il 22 aprile di quell'anno. Il Livaditi aveva collaborato prima con la "Rivista Veneta" di Venezia e con altri giornali quali il "Crepuscolo", l' "Alba" di Brescia e l' "Annotatore friulano", che erano tutte riviste nelle quali i sentimenti di italianità e di amore patrio venivano espressi in modo sfumato per non incorrere nella censura austriaca. E proprio a questi periodici il giornalista volle ispirarsi nel fondare "La Ciarla", che ebbe comunque vita breve, tra multe e sequestri della polizia austriaca. All'inizio del 1859 riparò a Trieste da Milano il triestino Leone Fortis (1824-1898), un patriota che aveva collaborato a vari giornali quali "Caffè Pedrocchi", "Rivista Euganea", l "Alba", e che aveva fondato a Venezia nel 1855 "Quel che si vede e quel che non si vede" che, soppresso dopo dieci numeri "per essere sceso nel terreno della politica", fu sostituito a Milano prima dal "Pungolo" e poi da "Panorama". Giunto a Trieste, dove rimase per pochi mesi prima di fuggire di nuovo questa volta a Torino e poi a Milano, il Fortis convinse il Livaditi a trasformare "La Ciarla" in un giornale artistico letterario con caricature, come era il "Pungolo", e così il primo numero del giornale triestino sotto la direzione del Fortis uscì il 18 marzo 1859, con il sottotitolo di "giornale non politico illustrato" e con in prima pagina una testata con un pagliaccio che fa bolle di sapone, illustrazione per cui il disegno in esame costituisce uno degli studi preparatori. Nonostante il successo, "La Ciarla" ebbe ancora vita brevissima, chiudendo con l'ultimo numero il 23 aprile 1859.
Pagnini C., Leone Fortis e La Ciarla, in Rivista mensile della città di Trieste, Trieste 1959, n.s., v. X, n. 8-1