Ai piedi della croce, a cui è ancora appoggiata la scala servita per la deposizione, la Madonna sorregge seduta il corpo di Gesù, adagiandolo con la testa e le spalle alle ginocchia e cingendogli il costato con un braccio. Sotto il cielo notturno, arretrata, assiste composta alla scena una figura maschile dolente.
Il bozzetto ha avuto una trasposizione puntuale nel dipinto della serie per la parrocchiale di Corona. È lo stesso de Finetti che, nel riferirsi all’opera finale, dà ragione dell’intenso pathos raggiunto nella rappresentazione grazie a precise scelte compositive: “Sotto il notturno cielo, tornato limpido, sereno, la Madre sente il gelo del corpo irrigidito dalla morte. In quella sua rigidità impostagli dalla croce, ha ancora il gesto della rassegnazione e del perdono. Poche linee: la piramide della Madonna, la verticale del tronco della croce e del braccio sinistro, mentre l’orizzontale del destro si lega alle orizzontali delle ultime nuvolette dileguanti. La diagonale della scala unisce tutte queste linee, mentre la figura secondaria, in fondo, fa massa con la piramide della Madonna, le dà più corpo” (de Finetti, 1950, p. 16).
Da Lio L., Gino de Finetti, 1934-1955, s.l. 2005
Gino de Finetti, Gino de Finetti. Manifesti, dipinti e disegni, Venezia 1999
Via Crucis, Una Via Crucis di Gino de Finetti, Gorizia 1950