INSEDIAMENTO, cultura dei castellieri friulani

Oggetto
INSEDIAMENTO - castelliere
Denominazione
castelliere di Variano
Localizzazione
Basiliano (UD) Variano, Colle Di San Leonardo
Cronologia
età del Bronzo medio/ recente/ finale - inizi età del Ferro
Ambito Culturale
cultura dei castellieri friulani
Indagini di scavo
Università degli Studi di Udine - 1997/00/00-2004/00/00
Codice scheda
SI_1

Il castelliere di Variano sorge su un'altura naturale, orientata est-ovest ed elevata di circa 13 m rispetto alla pianura circostante, sita nelle immediate vicinanze del moderno abitato. Con la sua superficie di circa 2 ha, è il più piccolo tra gli abitati fortificati del Friuli. I resti dell'antico terrapieno, già intaccato in epoca romana, sono ancora visibili sui margini nord, est e sud-est, mentre a nord e a ovest si distinguono i resti di un fossato esterno. Il Canciani, che nel 1736 pubblicò uno schizzo dell'area realizzato secondo una prospettiva a "volo d'uccello", riteneva che l'intera altura fosse opera artificiale realizzata da popolazioni barbare a scopo di culto. Fu il Quarina per primo a riconoscere al luogo caratteristiche tali da farlo considerare un sito fortificato preromano. In particolare, lo studioso confrontando le condizioni del castelliere riscontrate negli anni Quaranta del XX secolo con quanto riportato in un rilievo eseguito dal geologo Achille Tellini intorno al 1900, constatava la scomparsa di un modesto arginello lungo il lato sud della fortificazione. Nel 1980, in seguito al rinvenimento di ceramiche prostoriche, l'intera area ve nne soggetta a tutela e dal 1997 ebbe inizio una serie di campagne di scavo sistematiche, avviate dalla Soprintendenza e poi svolte annualmente dall' Università degli Studi di Udine fino al 2004. Le indagini effettuate hanno permesso di individuare le fasi fondamentali della storia dell'insediamento. Verso la fine del Medio Bronzo (1500-1400 a.C.), sull'altura, che allora presentava certamente un aspetto irregolare, sorse un villaggio cinto da un fossato e munito di una palizzata. Tra il Medio Bronzo e gli inizi del Recente (1400 a.C.) l'altura fu circondata da un aggere costituito da cassoni lignei contenenti terra e ghiaia. Nel corso del Bronzo Finale (dopo il 1200 a.C.), questa cinta venne disattivata e obliterata tramite un imponente spostamento di terra che portò anche alla regolarizzazione della sommità della collina. La superficie su cui sarebbe sorto il nuovo abitato fu appianata e all'altura venne data una configurazione non molto dissimile da quella odierna. Il villaggio, più esteso del precedente, venne circondato da un nuovo terrapieno difensivo, i cui resti sono quelli che si vedono ancora oggi. Nel corso dell'antica età del ferro, l'insediamento subì modifiche e rimaneggiamenti, che però non ne mutarono sostanzialmente la fisionomia. Il sito, per ragioni ancora sconosciute, risulta abbandonato nel corso dell'VIII sec. a.C. e solo a partire dall'epoca romana presenterà di nuovo tracce di frequentazione. Nel corso degli scavi, per la prima volta nella nostra regione sono stati indagati estensivamente i resti, pertinenti a diverse fasi edilizie, di strutture abitative risalenti al Bronzo Finale. Gli edifici, a pianta rettangolare, erano costituiti da un'intelaiatura di pali lignei inseriti in buche rinzeppate da grossi ciottoli, che sorreggevano un tetto verosimilmente a spioventi. Le pareti erano di assi lignee o ramaglie ricoperte da uno strato di argilla in funzione isolante e impermeabilizzante. Anche il pavimento era coperto da uno strato di limo spalmato. Ad una delle case, durante la prima fase d'uso risalente al Bronzo Finale, risulta annesso a est un piccolo vano con un lato di forma approssimativamente semicircolare (con raggio oscillante intorno ai m 2,5); esso era aperto verso nord e provvisto in origine di uno zoccolo composto da un impasto di limo, ciottoli e grossi frammenti ceramica (elementi ben conservati in fondazione), che doveva essere contenuto in una sorta di "cassaforma" lignea, forse realizzata a graticcio. Il tetto, con ogni probabilità displuviato, era sostenuto da pali, di cui resta la consueta tracci a costituita dalle buche. Mentre nel vano coperto non si sono rinvenute tracce che consentissero di chiarirne l'uso primario, a nord, nell'area esterna adiacente al vano, è stato parzialmente esposto un livello che conservava tizzoni, ceramica e limi stracotti, chiari indizi di una qualche attività che richiedeva l'uso del fuoco. Alla fase iniziale del Ferro vanno ascritti i resti dell'ampio focolare rettangolare con vespaio di ciottoli, collocato nell'angolo nordorientale del vano principale dell'abitazione. In questa fase il piccolo vano annesso ad est risulta disattivato, rasato al livello del piano di calpestio, e la sua superficie in parte colmata da un apporto di ghiaia. Nell'area immediatamente a nord, un'olla fittile interrata fungeva verosimilmente da forno: a questo impianto, sempre nel corso della prima età del ferro e contemporaneamente alla vita della costruzione principale, ne seguirono altri due, in tutto simili al primo. Il materiale archeologico (macinelli, piccoli attrezzi e ornamenti di bronzo, fusaiole e pesi da telaio di terracotta, ecc.) è attualmente in corso di studio e a tal fine depositato presso l'Università degli Studi di Udine

Il castelliere di Variano, uno dei più piccoli del Friuli, appare oggi ampiamente modificato rispetto alla sua morfologia originaria, ma è possibile ancora coglierne alcuni elementi caratteristici. Il primo nucleo del villaggio va datato al periodo del Bronzo Medio (XV sec. a.C.); esso sorgeva su un rilievo dal profilo piuttosto irregolare ed era difeso da un modesto terrapieno. Come chiarito dalle indagini archeologiche (1997-2004), nel corso del XII sec. a.C. la collina fu regolarizzata e sulla spianata sorse un abitato più ampio, rimasto in vita fino al IX-VIII sec. a.C. In questa fase il castelliere fu dotato di un’imponente struttura difensiva (il terrapieno di cui si vedono ancora oggi i resti). Gli scavi archeologici hanno permesso di individuare anche il perimetro di alcune capanne.

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