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Grazie a un rilievo conservato nell'archivio del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia è nota la scoperta a nord di Monastero, subito ad est del corso della Roggia del Molino di Aquileia, di una serie di strutture murarie iso-orientate che definiscono un nucleo di ambienti. Esse furono individuate molto probabilmente nel corso di esplorazioni effettuate nel vasto fondo di proprietà dei baroni Ritter alla fine dell'Ottocento, lungo un antico tracciato viario diretto a nord-ovest; la documentazione d'archivio non restituisce alcun dato di dettaglio riguardo al rinvenimento. La planimetria dei resti messi in luce è riportata nella "Nuova pianta archeologica di Aquileia", curata da Luisa Bertacchi nel 2003, sotto la dicitura "quartiere tra Torre e Natisone, con orientamento obliquo".
E' probabile che i resti strutturali appartenessero a un complesso edilizio a funzione abitativa, collocato all'interno dell'ampio quartiere residenziale esteso nel suburbio nord-orientale della città (cfr. SI 829) al quale sono pertinenti altri edifici abitativi parzialmente indagati nella zona circostante, connotati dal medesimo orientamento (SI 830-831; SI 1090-1092). La struttura sorgeva sul tracciato viario che attraversava l'area in senso sud-est/nord-ovest, connettendo la direttrice Aquileia-Emona con la strada diretta verso i territori transalpini settentrionali. Non vi sono elementi utili per un inquadramento cronologico delle evidenze archeologiche, che si possono attribuire solo genericamente all'epoca romana.
Bertacchi L., Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine 2003