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La data della costruzione della cortina di Flambro è sicuramente anteriore al 1346, anno in cui i Savorgnan - sostenuti dagli Udinesi e da truppe patriarcali - la distrussero. La struttura dovette essere ricostruita in breve tempo, dal momento che risale al 25 maggio 1350 l’ordine del Capitano di Udine al Capitano di Flambro di abbatterla. Due giorni dopo l’ordine fu eseguito. La cortina fu ricostruita nuovamente perché nel 1477 vi si ritirarono gli abitanti all’arrivo dei Turchi, senza però trovarvi salvezza. La struttura difensiva risulta isolata al centro dell’abitato e si estendeva intorno alla chiesa di S. Maria Annunziata. Non è rimasto molto a testimonianza del sistema difensivo, ma a N-O si può ancora vedere traccia del fossato, qui largo una decina di metri. Inoltre, si distinguono il doppio fossato, di forma pseudocircolare, il muro di cinta, alcune casette appoggiate a quest’ultimo, la chiesa ampliata e la torre trasformata in campanile. Della costruzione difensiva, ora completamente intonacata, restano al terzo e quarto piano 4 feritoie, che mostrano all’interno sagomature in mattoni di fattura trecentesca. Si conserva il toponimo "via Cortina". La chiesa non è rialzata rispetto al piano di campagna. Il campanile appare allineato al prolungamento della cortina muraria conservata. Un’importante testimonianza a conferma delle antiche origini di questo insediamento è emersa nel corso dei lavori di consolidamento delle sottofondazioni del campanile attuati nel 1935, quando si rinvennero alcuni oggetti d’ornamento in bronzo di epoca altomedievale, costituiti da un anello digitale, da un paio di cerchietti e da una fibula a disco con probabile decorazione a smalto. Tali manufatti, purtroppo, non sono oggi più reperibili, ma di essi rimane un’immagine fotografica conservata presso l’archivio plebanale, che ci consente di attribuirli, con un buon margine di attendibilità, all’orizzonte culturale paleoslavo di Köttlach e ad una cronologia compresa tra il IX e gli inizi dell’XI secolo. A Flambro, nelle vicinanze della cortina, sono stati rinvenuti anche alcuni reperti romani, che testimoniano la lunga continuità di occupazione dell’area.
Nell'area interessata dalla centa di Flambro, ancora parzialmente leggibile, si sono succedute diverse fasi insediative, testimoniate da ritrovamenti di epoca romana e, poi, altomedievale.
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