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Le centinaia di soci, quando i bozzoli giungevano a maturazione, nei mesi di maggio e giugno, li portavano nei locali dell’essiccatoio destinati all’ammasso. Da qui venivano trasportati negli spazi adibiti all’essiccazione, dove l’alta temperatura uccideva la crisalide. Decine di donne poi avevano il compito di scartare quelli difettosi (faloppa e realino) e i non filabili (doppioni, sfarfallati e tarmati); da qui giungevano al deposito in attesa della vendita.
Il complesso è costituito da un lungo edificio a pianta rettangolare, disposto su 2 p., con asse Nord-Sud, cui sono innestati al centro perpendicolarmente sul fronte Ovest, sempre su 2 p., altri tre corpi, dove si erge l’alta ciminiera. Le strutture orizzontali sono in legno e travi di ferro e acciaio; strutture verticali in muratura di ciottoli e mattoni intonacata e colonne di legno, ferro e acciaio; il tetto è a falde con manto in tegole su ossatura in legno. Il prospetto Est è lineare percorso da fitte aperture; ad Ovest è articolato con la presenza di corpi aggettanti con oculo a coronamento. Nel sottotetto e al p. 1 piccole aperture orizzontali garantivano una aerazione ottimale al deposito, necessaria per la buona conservazione dei bozzoli. A Nord c’era il deposito bozzoli, disposto su 3 p.; aveva strutture in c. a. e muratura di mattoni intonacata; il tetto a falde in c. a. e laterizio. I prospetti erano percorsi da aperture verticali chiuse da pannelli basculanti.