Museo Renato Raffaelli, artistico

Museo Renato Raffaelli

Localizzazione
Gemona del Friuli (UD)
Santuario di Sant'Antonio
Denominazione
Museo Renato Raffaelli
Tipologia
artistico, ecclesiastico

Il Museo Renato Raffaelli, intitolato all’ingegnere gemonese, benefattore e sostenitore delle iniziative culturali del convento francescano, è stato inaugurato il 29 novembre 2008. Anche il convento e il santuario dedicati a Sant’Antonio sono stati distrutti dal terremoto del 1976, l’evento traumatico che ha segnato la storia della nostra regione. Il sisma ha causato una grave perdita, in quanto il santuario inglobava la prima chiesa al mondo dedicata al Santo di Padova, presente a Gemona nel 1227, quando si fermò per alcuni mesi, predicando e compiendo miracoli e lasciando nella popolazione una profonda convinzione della sua santità. Per la conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e storico del santuario era stata istituita già nel 1968 la Pinacoteca Antoniana. La ricca raccolta dipinti e di opere sono state esposte nel piano seminterrato del nuovo santuario nel 1985, oggetto qualche anno più tardi di un progetto di riallestimento, allo scopo di accogliere le opere provenienti dall’Istria, destinate al museo nel 2002. Il percorso si snoda nel piano seminterrato attraverso cinque sale.

Le opere catalogate

La catalogazione del Museo Renato Raffaelli è stata avviata nel 2000, quando furono prese in considerazione le opere non più utilizzate nelle liturgie, già esposte in chiesa prima del terremoto del 1976 o presenti nella Pinacoteca Antoniana. Si tratta di alcuni lacerti di affresco, emersi a seguito dei crolli causati dal sisma, di alcuni dipinti doni di privati e altri provenienti da conventi dei frati minori del Veneto, realizzati da pittori gemonesi, friulani e veneti, con alcune presenze di autori dell’Italia centro-settentrionale, espressione dell'antica devozione nei confronti del santo taumaturgo, come appare nella serie di dodici quadri votivi seicenteschi raffiguranti ciascuno un Miracolo di Sant'Antonio. Questo primo nucleo catalografico è stato implementato nel 2007, con le schede relative alle opere, provenienti principalmente dall’ex convento francescano di Sant’Anna a Capodistria, appartenente un tempo alla Provincia Veneta dell’Ordine dei Frati Minori. I dipinti con opere principalmente di ambito veneto e istriano databili dal XV al XIX secolo furono conservati e custoditi nel dopoguerra dalle Soprintendenze di Mantova e Trieste. Tra queste spiccano le opere di Palma il Giovane, di Bartolomeo Vivarini o attribuite a Girolamo da Santacroce. L’attività ha potuto essere particolarmente ricca di informazioni, grazie ad uno speciale progetto avviato con la locale Soprintendenza per i Beni storico, artisti ed etnoantropologici che ha messo a disposizione le ricerche e la documentazione fotografica, realizzate in occasione della mostra Histria. Opere d’arte restaurate. Da Paolo Veneziano a Tiepolo. Le schede oltre a ricche notizie storico critiche presentano una dettagliata bibliografia, tutti i riferimenti ai luoghi in cui le opere sono state conservate ed ai restauri curati dalla Soprintendenza di Mantova.

BIBLIOGRAFIA

Piccinno V., Musei e Collezioni nella Provincia di Udine. Percorsi di Storia e Arte. Museums and Collections in the Udine Province. Itineraries of History and Art, Udine 2010

Histria Opere Arte, Histria. Opere d'arte restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo, Milano 2005

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