Opera astratta in lamiera lavorata con acidi corrosivi con copertura in plexiglass. Presenta la raffigurazione stilizzata di uno struzzo.
L’opera fa parte di un gruppo di lavori eseguiti da Alessandra Lazzaris che ha come soggetto distintivo lo struzzo. L’animale viene solitamente raffigurato in una sola delle sue parti, in modo stilizzato ed essenziale, archetipico, che lo rende quasi sempre irriconoscibile, in un contesto tale da tradurlo in una macchia astratta. L’azione del pennello non si concretizza con l’uso del colore, bensì con la stesura di un acido che provoca il processo di ossidazione del supporto, costituito da lamiera. Le tonalità terrose del metallo ossidato contrastano con il bianco latteo della vernice, che conferisce allo sfondo una sensazione di abbagliante purezza. Come l’artista stessa afferma, si tratta di “dipingere al buio”, poiché la stesura dell’acido, trasparente alla vista, non consente una verifica immediata dell’immagine che va realizzando, affidandosi, almeno in parte, all’azione del caso. (continua in Annotazioni)