Gli infoibati, dipinto, de Finetti Gino, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
infoibati
Autore
de Finetti Gino (1877/ 1955)
Cronologia
1951
Misure
cm - altezza 114, larghezza 151
Codice scheda
OA_8101
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca
Iscrizioni

Su uno sperone roccioso cinque uomini, saldamente legati tra loro e completamente nudi, si trascinano sul limitare di una voragine, costretti a gettarvisi dalla mitragliatrice che un soldato, in posizione di fuoco, punta contro di loro a breve distanza.

Al centro della tela si scorgono, sull’orlo di un dirupo verso il quale vengono sospinti da un uomo che punta contro di loro una mitragliatrice, i corpi senza volto di alcuni uomini. Il titolo del dipinto ci permette di chiarirne l’iconografia che propone una rilettura delle tragiche vicende storiche legate alla particolare situazione politica in cui venne a trovarsi il territorio giuliano tra l’autunno del 1943 e la primavera-estate del 1945. Dopo l’8 settembre 1943, infatti, nell’area del cosiddetto “Litorale Adriatico”, ufficialmente annessa al Terzo Reich, mentre si fronteggiavano le forze della guerriglia partigiana e quelle della controguerriglia tedesca, la resistenza jugoslava organizzava un piano d’occupazione della regione nel tentativo di ampliare il proprio dominio territoriale. Il periodo di anarchia seguito alla firma dell’armistizio con gli anglo-americani, favorì il dilagare di un’ondata di violenze rivolte soprattutto ai rappresentanti dell’amministrazione italiana, colpevoli di rappresentare il regime fascista e “borghese” che aveva sostenuto fino a quel momento l’apparato statale nazionale. Un gran numero di impiegati, ufficiali pubblici, insegnanti e rappresentanti delle forze dell’ordine furono arrestati, torturati ed infine fucilati o gettati nelle cosiddette foibe, voragini di natura geologica tipiche del territorio carsico in fondo alle quali finirono i corpi senza vita e senza più identità di centinaia di persone. Il problema degli infoibati, ritenuti nemici ed oppositori politici pericolosi, ma spesso semplici vittime di odî e rancori personali, rimane scottante ancora oggi e fu lungamente dibattuto nell’immediato secondo dopoguerra: negato decisamente da alcuni, esso fu mantenuto vivo nella memoria storica dai familiari di coloro che sparirono nel nulla e di cui non si è mai riusciti a conoscere la sorte. Il dipinto di cui si tratta rappresenta una riflessione sulle vicende a cui si è fatto cenno da parte dell’artista che desiderava portarle all’attenzione dell’opinione pubblica. Una versione con qualche variante, infatti, fu esposta al “Premio nazionale di Pittura e Scultura Lorenzo Viani”, organizzato a Lido di Camaiore nel 1952 (ARICH 1999). In opere come queste che appartengono alla tarda attività del pittore, il colore tende ad ampliare le sue gamme cromatiche raggiungendo intonazioni espressioniste e conferendo all’immagine tratti quasi visionari. (GRANSINIGH 2007, p. 166)

BIBLIOGRAFIA

Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Gorizia Gorica, GO Gorizia_Gorica. Documenti d’arte nell’Isontino dal secondo dopoguerra, Gorizia 2002

Novecento Gorizia, Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Arti figurative, Venezia 2000, Arti figurative

Gino de Finetti, Gino de Finetti. Manifesti, dipinti e disegni, Venezia 1999

Micovilovich M.T., Il pittore Gino de Finetti (1877-1955), in Marian e i paîs dal Friûl orientâl, Udine/ Gorizia 1986

Damiani L., Arte del Novecento in Friuli. Il liberty e gli anni Venti, Udine 1978, I