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retro, sul telaio in basso a destra: Giuseppe Delneri circa 1868
In un interno di cucina dai toni bruni e verdastri abbastanza cupi, attorno a una tavola coperta da una tovaglia dai colori chiari e brillanti (quadrettatura arancio e verde su fondo bianco) i commensali, tre donne, due uomini e un bambino, vengono colti in diversi atteggiamenti di smarrimento, vergogna, implorazione, all'entrata del sacerdote. Questi con il gesto perentorio della mano li rimprovera per la disubbidienza al precetto del venerdì. La donna seduta di spalle, infatti, cerca di nascondere un pezzo di carne dandolo al cane dietro la propria sedia. Alcuni tocchi di rosso, di bianco e di verde ravvivano la scena. Vasellame di rame e di altri metalli appare, oltre che sulla tavola e sul camino, negli angoli inferiori del dipinto per dare un tono di vivacità quotidiana all'ambiente.
Giuseppe Delneri, padre di Clemente, fu pittore e decoratore. Ranieri Mario Cossar (1948) afferma che, ammirando l'arte di Giuseppe Tominz, ne aveva copiato alcuni dipinti tra cui il Pranzo di magro al venerdì, Ragazza che fa schermo con la mano alla candela, e Signore visto di schiena". Il dipinto, di modesto valore sia nell'impianto ambientale che nella costruzione complessiva della scena e dei singoli personaggi, conserva tuttavia il tono piacevole e bonario di lieve ironia, il gusto per la descrizione fedele dell'aneddoto, l'attenzione di carattere documentario alla vita di ogni giorno dei ceti piccolo-borghesi: elementi tutti che furono oggetto di rappresentazione, a partire dall'esempio del Longhi, nel filone della cosiddetta "Pittura di genere".
Pinacoteca Musei, Repertorio di ulteriori opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Cossar R.M., Storia dell'arte e dell'artigianato in Gorizia, Pordenone 1948