soffitto dipinto, Tiepolo Giambattista, XVIII

Entro una quadratura a stucchi vengono raffigurati tre angeli adagiati su una nuvola e con i corpi avvinghiati tra loro e contratti nell'estremo tentativo di non cadere dal Cielo da cui sono cacciati. Sotto a loro, aggrappato alla cornice si individua la figura di Lucifero. In alto, l'Arcangelo Michele fuoriesce vigoroso da una nube dirigendosi verso i ribelli nell'atto di cacciarli dalla Grazia Celeste. Un secondo angelo seminascosto dalla nube spinge con forza il braccio di uno degli angeli ribelli. Alcune parti del dipinto, come ad esempio il braccio e il manto di Lucifero, non sono ad affresco, bensì sono state realizzare in stucco per rendere ancora più realistico l'effetto prospettico.

L'affresco in oggetto è la prima opera di Tiepolo in palazzo Patriarcale, dipinto che segue l'esperienza di palazzo Sandi a Venezia, e che gli garantirà altre importanti commissioni in palazzo e a Udine. Complice dell'arrivo di Tiepolo a Udine fu probabilmente Nicolò Bambini che suggerì al Patriarca il nome di quel giovane e promettente artista che aveva lavorato con lui a palazzo Sandi. Il soggetto iconografico entra a far parte dell'ampio corpus pittorico messo in atto da Tiepolo sotto l'attenta guida del Patriarca e dei consiglieri teologici che lo accompagnarono nella scelta delle raffigurazioni bibliche della decorazione del palazzo.