in basso a destra: Dri
retro: 1956
Veduta di un canale di Marano con le barche in primo piano e sullo sfondo la cittadina con la chiesa.
L'opera è entrata a far parte delle collezioni regionali a seguito della soppressione dell'Ente Regionale per il Turismo di Udine. Fu acquistata nel 1959, probabilmente dopo la mostra personale tenutasi a Udine del 1957 ch e rilanciò Dri come pittore dopo circa dieci anni di assenza dalle esposizoni (MUTINELLI 1957). Nel 1949 aveva esposto nella sede dello stesso ente paesaggi friulani e "disegni colorati", (cfr. MANZANO 1949). La pittura di paesaggio prevale all'interno della produzione di Primo Dri il quale eseguì anche nature morte, ritratti e figure. Dipinse, come in quest'opera, vedute marine ma soprattutto le colline e i giardini di Tricesimo dove visse appartato dal 1940 al 1975. Il pittore ebbe in gioventù una vita movimentata e avventurosa; intensa fu dal 1935 la sua partecipazione ad esposizioni in ambito locale e nazionale. La prima personale fu organizzata nel 1938 a Roma, alla Galleria Colonna, nel 1944 a Udine presentato da Fred Pittino (MANZANO 1944), nel 1948 a Buenos Aires alla quale seguirono altre esposizioni, le ultime nel 1968, a Merano e Rovereto (cfr. ARTISTI UDINESI 19 71, p. 100). Aderì anche a collettive tra cui alcune d'arte sacra. Nella mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini, tenutasi nel 1995 a Villa Manin di P assariano, Giancarlo Pauletto, inserì Dri tra gli artisti che animarono la pittura friulana negli anni Quaranta e Cinquanta, di cui l'intellettuale friulano colse i caratteri peculiari e le diverse componenti stilistiche (PAULETTO 1995, p. 9). Pasolini non mancò infatti di citare Dri nelle sue recensioni; in occasione della "Mostra Triveneta del ritratto" scrisse di " un bel Dri intensamente imbevuto di materia con quelle sue pennellate in disgregazione con quei suoi colori ostili alla luce" (cfr. PASOLINI 1947). Fu un autodidatta: in gioventù visse a Trieste e a Venezia alternando stud io e lavoro, quindi seguì il padre, impresario edile, in Turchia. Da Istam bul giunse nel 1929 a Marsiglia, poi fu a Parigi dove entrò in contatto con l'ambiente di Montmartre (cfr. COMINI 1952) Qui scoprì la sua vocazione pittorica ma all'aggiornamento sulle novità delle avanguardie e agli stimoli provenienti dall'ambiente parigino preferì l'attaccamento ai valori tradizionali. Il legame con la terra d'origine fu più forte di ogni altra suggestione. Non subì il fascino della Scuola romana con cui strinse contatti durante un soggiorno romano (Flavio Dri, comunicazione orale, settembre 1 999), né del postimpressionismo francese: la sua pittura rimase ancorata a un novecentismo alleggerito da un colore non cupo, a volte festoso, a volte languido. La tela di questo dipinto presenta uno strato preparatorio ro sso viola visibile in alcuni punti che rafforza i toni della gamma cromatica. "Certi impasti di tinte, certa voluta semplicità di schemi figurali, soprattutto nel paesaggio, ricordano il Soffici novecentista " (DAMIANI 1992, p. 89).
Opere collezione, Opere dalla collezione regionale. Dipinti di autori contemporanei, Trieste 1999
Pauletto G., Nella luce candida e cruda. Pasolini e i pittori friulani, in Pier Paolo Pasolini. Dai campi del Friuli, ? 1995
Burigana M., Momenti fra i ricordi, in L'Artugna, 1977, a. VI, n. 23-24
Mutinelli C., Primo Dri al "Toppo Wassermann", in Il Gazzettino, Venezia 1957, ?? (31 magg.)
Comini L., Primo Dri via col vento, in Il Gazzettino, Venezia 1952, anno e n:? (15 nov.)
Manzano A., Impressioni friulane di Primo Dri, in Messaggero Veneto, Udine 1949, ?? (29 lugl)
Pasolini P.P., La luce e i pittori friulani, in Messaggero Veneto, Udine 1947, ?? (21 sett.)
Manzano A., La personale del pittore Primo Dri, in Il Gazzettino, Venezia 1944, ??? (16 febb.)