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Statua policroma. Retro della statua, quasi del tutto liscio nella parte centrale, gancio di metallo, due incavi in corrispondenza delle braccia e il segno di pieghe incise. Foro profondo sul fondo del basamento.
Sulla base di confronti stilistici con opere di area tedesca, quali le Schonen Madonnen (Belle Madonne) e i Vesperbilder (Pieta'), la scultura fu attribuita da E. BRUNETTI (1968) alla "Scuola Salisburghese (?) con influssi franco-boemi", della fine del XIV secolo. La Brunetti propone il confronto con la Madonna con Bambino, di provenienza boema, ora nella chiesa di Santa Maria di Altenmarkt. M. WALCHER (, p.50), proseguendo nella direzione tracciata dalla Brunetti, definisce l'opera "espressione di quel "Weicher Stil" (alla lettera: stile morbido) cui appartengono anche i Vesperbilder di Venzone e di Gemona, di Aquileia e di Cividale...". Rileva le analogie (linee fluenti, il Bambino sgambettante, il lieve hanchement della figura) con l'opera di Altenmarkt considerata tra gli antefatti pertinenti ma lontani, nonche' le discordanze evidenti, a suo avviso, soprattutto nel drappeggio del manto attorno al Bambino. I precedenti piu' vicini individuati dalla Walcher all'interno della plastica salisburghese sono la "Bella Madonna" del Convento dei Francescani, databile intorno al 1410, e la "Bella Madonna", detta "Maria Saul" della chiesa abbaziale di S.Pietro, databile intorno al 1420. In quest'ultima le increspature del manto si sviluppano "in due pieghe a conca e in una terza piega piu' acuta che 'vibrano come movimenti ondosi fra Madre e Figlio' in una consonanza - deduce la Walcher- con la Madonna di Gemona che non puo' essere certo fortuita". Poiche', da W.Steinitz la "Maria Saul" e' considerata "punto di partenza per successive opere eseguite in legno", per la statua lignea di Gemona "e' necessario dedurre che quest'ultima deriva da esemplari aulici in pietra, ma e' da inserire fra quelle opere, eseguite in legno, successive a "Maria Saul" di cui parla lo Steinitz. Pertanto, conclude la studiosa, si puo' asserire che la Madonna di Gemona e' una pregevole opera di scuola salisburghese, che interpreta in maniera originale gli esemplari piu' belli del "Weicher Stil", che fu eseguita attorno agli anni 1420-25, commissionata a Salisburgo presumibilmente dagli stessi Francescani di Gemona e che fu presente, forse fin dall'epoca della sua esecuzione, in quella "Capelle Sancte Marie Ordinis Fratrum Minorum de Glemona" rievocata in maniera cosi' suggestiva dai documenti antichi". Nel corso dei secoli la statua potrebbe essere stata collocata - ipotizza ancora a Walcher sulla base di una annotazione di V.Baldissera (1895, p. 28) - sull'altare ligneo della cappella del Rosario.
Merluzzi F., Schede, in E vennero d'Austria e di Germania. Opere e artisti d'Oltralpe a Gemona (1400-1800), Tavagnacco (UD) 1995