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Su un fondo grigio si dispongono campiture color giallo, azzurro e macchie nere. Il mosaico è steso su un supporto di cemento e malta.
Il mosaico fu fatto eseguire da Mitri per partecipare al concorso per la decorazione del palazzo dell'Intendenza di Finanza. Non si conserva presso quest'ultimo documentazione alcuna né del concorso né dei progetti. Mitri aveva elaborato tre bozzetti di gusto astratto caratterizzati dal motto" FEBO" (olio su compensato, 104 x 76). Il bando a quanto testimonia Noemi Mitri prevedeva anche un saggio musivo della decorazione, cioè il mosaico schedato. Il concorso fu vinto da Zigaina, che eseguì i tre pannelli musivi ai vari piani del palazzo, e da Giulio Piccini che eseguì il portone in rame sbalzato. Realizzato in tessere di marmo e in tessere di smalto il mosaico è simile ad alcune composizioni astratte dell'ultima fase di attività di Mitri. Può essere confrontato con Composizione astratta del 1972 (Damiani, 1991, p. 78) " Le sue composizioni - scrive Damiani - inseguono un sogno di ritmi, di architetture di colore assoluto, esemplate sui testi più aggiornati dell'astrazione internazionale". (Damiani, 1991, p. 40) Le tessere non hanno una misura uniforme, ma come nel mosaico le Arti di Tolmezzo (1970), Mitri usò tessere di svariate dimensioni e avanzi di fusione per rendere più varia la tessitura cromatica della superficie.