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L'interno ritrae l'angolo del focolare dell'osteria Al Bivera di Sauris di Sopra. Intorno al focolare di dispongono gli avventori. I toni sono scuri, adatti al controluce e la tonalità della fiamma risalta evidenziando i profili delle figure.
Il dipinto fu realizzato nel 1922 durante il soggiorno trascorso in compagnia dell'amico pittore Giovanni Napoleone Pellis e fu preceduto da un di segno e un bozzetto. Come osserva Franca Merluzzi ciò avveniva solo per un ristretto numero di dipinti di grandi dimensioni, generalmente eseguiti per le esposizioni d'arte, infatti il dipinto schedato fu esposto nel 1926 alla I Biennale Friulana d'Arte (Merluzzi, 1994, p.92). Pellis e Barazzutti erano legati da un rapporto di amicizia e condividevano l'interesse per l'ambiente montano tanto da cimentarsi spesso negli stessi soggetti e nelle stesse inquadrature. (Merluzzi, 1994, p.93) I soggiorni a Sauris, che rimaneva spesso isolata dal resto della Carnia costituivano per Barazzutti l'equivalente della Bretagna o della Polinesia per Gauguin, cioè luoghi dove sperimentare esperienze pittoriche senza il condizionamento di scuole o di correnti, a contatto con una ambiente geografico e umano, semplice e spontaneo. Il dipinto rappresenta l'interno dell'Osteria Al Bivera e presenta alcune variazioni rispetto al disegno e al bozzetto preparatorio. Il disegno delinea l'angolo con il secchiaio, il bozzetto ritrae lo stesso angolo della stanza del dipinto con gli avventori intorno al focolare. Nel dipinto la figura del vecchio che si scalda vicino alla fiamma è però spostata al centro della scena. Gli impasti cromatici stesi a spatola hanno una concretezza materica, i colori puri sono accostati secondo le teorie divisioniste di Segantini, fatte proprie anche da Pellis. (Merluzzi, 1994, p. 92) Come osserva Raffaella Cargnelutti "ritorna il particolare tratteggio utilizzato soprattutto per descrivere il fenomeno luminoso del fuoco posto al centro della composizione. I giochi cromatici delle luci e delle ombre e la scomposizione della pennellata non minano assolutamente la solidità formale dei suoi personaggi, che anzi si rivelano plasticamente costruiti nei volumi e realisticamente interpretati nell'espressione dei volti." (Cargnelutti, 1994, pp.45-46) La seconda figura sulla sinistra ricorda quella del lettore, identificato con Pellis e presente nel disegno, forse rappresenta l'amico pittore mentre schizza gli avventori. Molti sono i particolari realistici dell'arredo motivati da un preciso intento di documentazione etnografica, per la verità più evidente nei rilievi eseguiti a Forni di Sotto. Sopra il fuoco pende la catena mobile su cui appendere il paiolo. Il focolare rispecchia fedelmente i focolari carnici, rialzati sul pavimento e forniti da una pietra squadrata (prontstain) che faceva da spalla al fuoco. Mancando la cappa il fumo si incanalava attraverso una gola posta sul soffitto entro una canna fumaria, affumicando durante il tragitto ricotte e insaccati posti su appositi graticci. (Rizzi, 1998, pp. 258-264) Intorno al fuoco si notano due caratteristici sgabelli "da mungitura" costituiti da tre sostegni torniti infilati su un sedile di legno sagomato di notevole spessore. Sulla sinistra si nota una panca senza schienale con fianchi sagomati, tipica dell'arredo delle cucine. Altre panche su cui sono seduti gli avventori si dispongono sotto le finestre, probabilmente il sedile è ribaltabile. Sulla destra si intravvede l'angolo del secchiaio, raffigurato nel disegno preparatorio. Nonostante manchi la firma, l'attribuzione a Giuseppe Barazzutti è certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera è entrata a far parte della collezione. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris. Giuseppe Barazzutti (1890-1940) con il numero 1.62 n ella sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi.
Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX
Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001
Rizzi M., Dentro le case, in Sauris Zahre Una comunità della Alpi Carniche, Udine 1998