La strada nella neve veduta verso il Crodon di Tiarfin

Oggetto
dipinto bozzetto
Soggetto
veduta invernale di Sauris di Sopra
Autore
Barazzutti Giuseppe (1890/ 1940)
Cronologia
1921
Misure
cm - altezza 31, larghezza 38.6
Codice scheda
OA_29870
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Collezione privata
Iscrizioni

in basso a destra: G. Barazzutti/ 1921

Cartellino sul retro: .. di emulazione/ sede: via dante - Teatro Nuovo - agosto settembre 1921

Sul piano in fondo al paese una strada scavata nella neve segue il tracciato che porta a casera Razzo, sulla destra un capitello ligneo, sullo sfondo a sinistra il Crodon di Tiarfin e a destra il monte Pizzocucco.

Il dipinto datato al 1921 fa parte di una serie di opere realizzate a Sauris negli anni 1920, 1921 e 1922 durante i soggiorni trascorsi in compagnia dell'amico pittore Giovanni Napoleone Pellis. Come scrive Franca Merluzzi (Merluzzi, 1994, 93) i due pittori erano legati da uno stretto rapporto di amicizia e condividevano l'interesse per l'ambiente montano tanto da cimentarsi spesso negli stessi soggetti e nelle stesse inquadrature. Prevalgono i paesaggi innevati invernali quando Barazzutti e Pellis si isolavano a Sauris e per conto di Michele Gortani effettuavano ricerche di oggetti etnografici, maschere e mobili per il costituendo Museo di Arti e tradizioni popolari di Tolmezzo. Del resto i soggiorni a Sauris, che rimaneva spesso isolata dal resto della Carnia costituivano per Barazzutti l'equivalente della Bretagna o della Polinesia per Gauguin, cioè luoghi dove sperimentare esperienze pittoriche senza il condizionamento di scuole o di correnti, a contatto con una ambiente geografico e umano, semplice e spontaneo. Come scrive Raffaella Cargnelutti (Cargnelutti, 1994, 42) il quadro evidenzia come Barazzutti abbandoni il naturalismo tardoimpressionista per far proprio il divisionismo di Segantini " grazie a materiche pennellate di colori complementari tra loro accostati che, nell'insieme, ricostruiscono i volumi e suggeriscono la profondità prospettica della veduta". La studiosa scrive che "l'opera è costruita sulla distesa innevata del primo piano, in cui vibranti pennellate seguono il tracciato del solitario sentiero, soggetto che ritornerà più volte nelle sue inquadrature pittoriche." (ivi). Franca Merluzzi accentua giustamente le analogie con l'opera di Pellis osservando gli impasti cromatici stesi a spatola e i colori puri accostati secondo le teorie divisioniste. (Merluzzi, 1994, 92) Mi sembra però pertinente nel caso del dipinto schedato l'osservazione che Damiani rapporta a Pellis, cioè che il colore ricco di suggestioni espressioniste nei timbri vivacissimi e dissonanti rimanda alla pittura capesarina di Gino Rossi, Umberto Moggioli, Tullio Garbari probabilmente noti attraverso la mediazione di Pellis. (Damiani, 1988, 13) Complessa e ragionata è anche la composizione del quadro dove si notano in primo piano una distesa innevata con i monti sullo sfondo del cielo, motivi compositivi ricorrenti nelle opere di Barazzutti e Pellis. In particolare il capitello ligneo sulla destra e la strada nella neve con i solchi c reati dagli sci sono particolari, usati anche dai fotografi, per creare profondità di campo. In particolare anche nei dipinti posteriori di Forni d i Sotto ritorna il particolare del capitello e del viottolo scavato nella neve. Particolarmente curato nel quadro è lo studio della luce e dell'ombra sulla neve impiegando tutte le tonalità fredde dal verde al viola al bi anco con effetti simili a quelli di Pellis. Lo stesso paesaggio sul fondo del paese lungo la strada verso Casera Razzo con il Crodon di Tiarfin sullo sfondo fu ritratto dal pittore anche nel dipinto schedato al n. 104970. L'inquadratura cambia di poco poiché è spostata verso l'alto, ma le condizioni di luce sono molto diverse: nel bozzetto schedato la luce è meridiana, nell'altro bozzetto il sole sta sorgendo e crea riflessi rosati e ombre viola. Come si nota dai resti del cartellino sul retro della cornice il quadro fu esposto con il titolo" La strada sulla neve" alla Seconda mostra di Emulazione fra artigiani operai e piccole imprese di Udine nel 1921. I quadri furono esposti insieme a quelli di Pellis nella sala 9 al primo piano. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris. Giuseppe Barazzutti (1890-1940) con il numero 1.17 n ella sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi. Il dipinto fu donato da Giuseppe Barazzutti a Monsignor Paschini, è ritornato nella collezione Crapiz per eredità dopo la morte di Pio Paschini.

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BIBLIOGRAFIA

Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994

Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994

Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21

Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001

Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX

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