Veduta da Sauris verso il Codon di Tiarfin, dipinto

Oggetto
dipinto bozzetto
Soggetto
veduta invernale di Sauris di Sopra
Autore
Barazzutti Giuseppe (1890/ 1940)
Cronologia
1921 ca. - 1922 ca.
Misure
cm - altezza 19.7, larghezza 35.3
Codice scheda
OA_29871
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Collezione privata

Sul pianoro in fondo al paese in ombra si scorgono un capitello e i pali che segnano la strada nella neve. Sullo sfondo il Crodon di Tiarfin è illuminato dal sole nascente con toni rosati, che contrastano con il violetto della neve in ombra. Il cielo reso a spatola vira sui toni di un profondo azzurro.

Il dipinto fa parte di una serie di opere realizzate a Sauris negli anni 1920, 1921 e 1922 durante i soggiorni trascorsi in compagnia dell'amico pittore Giovanni Napoleone Pellis. Propongo di datare il dipinto non al 1 922 ma in un intervallo di tempo tra il 1921 e 1922 poiché il paesaggio e l'inquadratura sono simili a quelle di "La strada sulla neve " datato al 1921. Come scrive Franca Merluzzi (Merluzzi, 1994, 93) i due pittori erano legati da uno stretto rapporto di amicizia e condividevano l'interesse per l 'ambiente montano tanto da cimentarsi spesso negli stessi soggetti e nelle stesse inquadrature. I soggiorni a Sauris, che rimaneva spesso isolata d al resto della Carnia costituivano per Barazzutti l'equivalente della Bretagna o della Polinesia per Gauguin, cioè luoghi dove sperimentare esperienze pittoriche senza il condizionamento di scuole o di correnti, a contatto con una ambiente geografico e umano, semplice e spontaneo. Barazzutti abbandoni il naturalismo tardo impressionista per far propri o il divisionismo di Segantini "grazie a materiche pennellate di colori complementari tra loro accostati che, nell'insieme, ricostruiscono i volumi e suggeriscono la profondità prospettica della veduta". (Cargnelutti, 1 994, 42) Franca Merluzzi accentua giustamente le analogie con l'opera di Pellis osservando gli impasti cromatici stesi ordinatamente a spatola e i colori puri accostati secondo le teorie divisioniste. (Merluzzi, 1994, 9 2) Complessa e ragionata è anche la composizione del quadro dove si nota il contrasto tra il pianoro innevato in ombra e le cime illuminate dal sole nascente. (Merluzzi, 1994, 93) In particolare il capitello ligneo sulla destra e i paletti infissi nella neve a segnare la strada sono particolari, u sati anche dai fotografi, per creare profondità di campo. Particolarmente curato nel quadro è lo studio della luce e dell'ombra sulla neve impiegando tutte le tonalità fredde dal viola al rosa delle cime, all'azzurro del cielo. Lo stesso paesaggio sul fondo del paese lungo la strada verso Casera Razzo con il Crodon di Tiarfin sullo sfondo fu ritratto dal pittore anche nel dipinto schedato al n. 104969. Nel bozzetto schedato l'inquadratura è spostata verso l'alto e le condizioni di luce sono molto diverse: il so le sta sorgendo creando riflessi rosati e ombre viola. Il dipinto si potrebbe considerare un bozzetto del quadro schedato al n. 1 04969, meno rifinito e più spontaneo e rapido nell'esecuzione. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris. Giuseppe Barazzutti (1890-1940) con il numero 1.58 n ella sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi.

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BIBLIOGRAFIA

Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21

Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001

Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX

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