Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
Il bozzetto rappresenta in primo piano il lago formatosi per lo scioglimento della neve vicino alla casera Festons, nelle acque si specchiano le ci me delle Dolomiti pesarine. Sullo sfondo del cielo si stagliano i monti della val Pesarina. Predominano i colori freddi: azzurro, blu, verde
Il dipinto fa parte di una serie di opere realizzate a Sauris negli anni 1920, 1921 e 1922 durante i soggiorni trascorsi in compagnia dell'amico pittore Giovanni Napoleone Pellis. Come scrive Franca Merluzzi, i due pittori erano legati da uno stretto rapporto di amicizia e condividevano l'interesse per l'ambiente montano tanto da cimentarsi spesso negli stessi soggetti e nelle stesse inquadrature (Merluzzi, 1994, 93, 97). Barazzutti e Pellis si isolavano a Sauris e per conto di Michele Gortani effettu avano ricerche di oggetti etnografici, maschere e mobili per il costituendo Museo di Arti e tradizioni popolari di Tolmezzo. Del resto i soggiorni a Sauris, che rimaneva spesso isolata dal resto della Carnia costituiva no per Barazzutti l'equivalente della Bretagna o della Polinesia per Gauguin, cioè luoghi dove sperimentare esperienze pittoriche senza il condizionamento di scuole o di correnti, a contatto con una ambiente geografico e umano, semplice e spontaneo. Di solito le opere dipinte a Sauris presentano paesaggi e vedute invernali, il bozzetto fa parte invece di una serie di tre raffiguranti la casera Festons e sono ambientati nella stagione primaverile ed estiva. Uno solo dei bozzetti è datato al 26 giugno 1920 e propongo di datarli tutti al 1920 cioè a uno dei primi soggiorni a Sauris, quando si datano una serie d i fotografie che ritraggono i due pittori a caccia di ispirazione nelle m alghe intorno al paese. (Brunello, 1988, 38) Il bozzetto rappresenta il lago formatosi per lo scioglimento della neve vicino alla casera Festons, nelle acque si specchiano le cime delle Dolomiti pesarine. La casera Festons si trova infatti a nord di Sauris sulla strada che porta a Casera Rioda, oggetto di alcuni quadri di Pellis. La luce e il colore limpido e terso mostrano come Barazzutti abbia fatto proprio il divisionismo di Segantini "grazie a materiche pennellate di colori complementari tra loro accostati che, nell'insieme, ricostruiscono i volumi e suggeriscono la profondità prospettica della veduta" (Cargnelutti, 1994, 42). Franca Merluzzi accentua giustamente le analogie con l'opera di Pellis osservando gli impasti cromatici stesi a spatola e i colori puri accostati secondo le teorie divisioniste. Il pittore compone abilmente il quadro giocando sul contrasto tra parti illuminate dal sole e parti in ombra poste in primo piano. I vivacissimi colori del fondo in contrasto c on le ombre del piano intermedio e le riflessioni in primo piano formano dunque una prospettiva cromatica esemplare. Come osserva Franca Merluzzi ciascun dipinto può essere considerato un'opera autonoma e non rimanda necessariamente a una quadro realizzato (Merluzzi, 1994, 92). Lo studio è di formato ridotto poiché fu eseguito dal vero in esterno come suggerisce la spontaneità nell'esecuzione e l'uso dei colori (Merluzzi, 1994, 92). Nonostante manchi la firma, l'attribuzione a Giuseppe Barazzutti è assolutamente certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera è entrata a far parte della collezione. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris. Giuseppe Barazzutti (1890-1940) con il numero 1.6 nella sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi.
Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21
Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001
Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX