La Masiera, dipinto, De Cillia Enrico, XX

In primissimo piano troviamo arbusti secchi dal colore giallo oro, in secondo piano speroni di rocce carsiche, per finire con sprazzi di verde prato. Dipinto con cornice senza vetro.

Un ravvicinato primo piano, come uno zoom fotografico che restringe l’attenzione sul particolare di bianche rocce carsiche cespugli in fiore, arbusti, alberi, negli anni Settanta ritornano le nature morte con protagonista il Carso. I colori si accendono di luce, con verdi brillanti che dallo sfondo staccano sui bianchi e grigi del primo piano. Sull’angolo sinistro la superficie si aggroviglia in una fitta rete di segni grafici, ma è liscia non comincia ancora ad ispessirsi, ad aggrumarsi come nei più tardi anni Settanta. Il colore si stende a spatolate, in ampie e veloci pennellate. Tutto è limpido e chiaro, reale e tangibile come nella miglior pittura neorealista di ascendenza courbettiana. È qui opportuno evidenziare come nel testo di Arturo Manzano del 1987 Enrico De Cillia, la vita e l’opera a pagina 37-38 il dipinto La masiera del 1972 viene erroneamente datato al 1967, modificando anche le misure 90 X 100 anziché le note 60 X 80. Probabilmente si tratta di un errore di impaginazione visto che l’immagine a pagina 24-25 riporta la didascalia dell’opera in questione, ma in realtà è La Masiera, 1967 con misure 90 X 100.