Paesaggio, dipinto, Coceani Antonio, XX

E' ben visibile il filare di gelsi che attraversa diagonalmente lo spazio della tela. Assai ampia è la trattazione del cielo che occupa quasi due terzi del dipinto. Dipinto con cornice dorata.

Formatosi all'Accademia di Firenze nel secondo decennio del Novecento si avvicina al genere del paesaggio. Le sue vedute prediligono luoghi pianeggianti, lagune e distese boscose immerse in una luce soffusa dove i contorni dei soggetti appaiono sfuocati e la tavolozza cromatica evita le tonalità accese. Questo dipinto appartiene all'ultimo periodo di attività del pittore: è visibile la maestria tecnica nella veloce stesura delle pennellate che variano di corposità e direzione per rendere in modo efficace gli elementi del paesaggio. Prevalgono i toni del verde e del grigio e dalla linea dell'orizzonte si staglia la fila di gelsi dai tronchi scuri sfumati con leggeri tocchi di ocra. Come nelle vedute della laguna di Grado è assente la figura umana. Il paesaggio autunnale reso con immediatezza offre l'atmosfera umida e ovattata che secondo il critico Arturo Manzano era congeniale a Coceani capace di realizzare paesaggi di "commossa intimità" (Manzano A., 1976). L'opera fa parte del primo nucleo di dipinti donati da Enrico De Cillia al suo Comune d'origine e venne presentato il 21 settembre del 1975 quando si inaugurò la pinacoteca nell'edificio delle scuole elementari, oggi Palazzo della Biblioteca. Antonio Coceani prese parte a diverse collettive allestite presso la Galleria del Girasole.