in basso a destra: I BEARZI
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Uno spiazzo alberato si apre fra le strade strette di un paese di montagna. Su di esso si affacciano case in legno dai tetti spioventi coperti di neve, una delle quali è circondata da un basso muro di cinta con il portone in pietra.
Donata al Museo carnico assieme ad altri sette dipinti del pittore dal suo principale mecenate, lo svizzero Gilbert Savioz, l'opera rappresenta una testimonianza della poetica di Italo Bearzi, che a partire dagli anni cinquanta ritrae con malinconico affetto i paesaggi della sua infanzia, quella "Carnia che muore" perduta, infine, dopo il sisma del 1976 (cfr. Castellani, 1984, pp. 11-24).
Ellero G., Italo Bearzi pittore (1903-1974), in Enemonç Preon Raviei Socleif, Udine 2005, LXXXII congresso
Castellani F., "Mandi" Italo. Omaggio al pittore Italo Bearzi, Enemonzo 1984