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verso: Ann. aetatis suae XXVIII/ 1763.
verso, in basso a sinistra: CICERI
La donna è ritratta a busto intero, con le spalle che accennano verso sinistra e lo sguardo rivolto allo spettatore. Essa porta una mano al petto mentre nell'altra reca due grandi chiavi di ferro. La donna veste una camicia bianca, guarnita con trine al collo e ai polsi, sotto la "camisiola" rossa profilata ai polsi e all'ampio scollo da un gallone d'oro che borda anche l'apertura anteriore, chiusa da bottoni con alamari dorati. Questi sono in parte coperti da una pettorina verde bordata da un gallone dorato con frange. Il "casso" è del colore bruno dell'ampia gonna arricciata, protetta da un grambiule a fiori su fondo bianco avorio. La vita è cinta da un nastro rosso annodato avanti nel quale sono inserite le punte del fazzoletto portato sulle spalle. La donna ha il capo coperto da un "quadri" bianco orlato da trine; al collo porta una collana d'oro a cinque fili e alle dita due anelli con pietra tonda centrale e corolla di perline.
Attribuito al Noselli da Luigi Ciceri (1978, p. 96), con il quale concordano anche gli studi successivi (cfr. Sereni, 1987, p. 149; Ganzer, 1990, p. 12; Pugnetti, 2006, pp. 307-308; non così Bergamini, 2003, p. 47, che riferisce l'opera a ignoto), il quadro raffigura Giacomina De Corte, nata nel 1735 da una famiglia di cramars di Ovasta di Ovaro e andata sposa nel 1754 al notaio e mercante Giovanni Battista Billiani di Somplago (cfr. Sereni, 1987, p. 146; Pugnetti, 2006, pp. 307-308). La donna è ritratta nelle vesti di padrona di casa (cfr. Ritratti di Carnia, 1990, p. 36). L'opera è stata collegata di recente a una nota del 1763 con la quale Giovanni Battista Billiani commissionava al Noselli il ritratto della moglie (cfr. E. Di Marco, Il notariato nella Repubblica di Venezia e nella montagna carnica durante l'età moderna, in "Ce fastu?", LXXIX, 2003, 2, pp. 227-260). Il documento tuttavia non è stato reperito dagli studi successivi (cfr. Pugnetti, 2006, p. 307). Della consuetudine di Silvestro Noselli con i Billiani parla una nota di pagamento per un ritratto e una nota di pagamento per un dipinto destinato alla chiesa dei Santi Valentino e Candido di Somplago (cfr. Pugnetti, 206, p. 307).
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