dipinto, Noselli Silvestro, XVIII

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di donna: Maria Barbolano Tavoschi
Autore
Noselli Silvestro (1696/ 1777) - attr.
Cronologia
1759
Misure
cm - altezza 86, larghezza 65.5
Codice scheda
OA_53407
Collocazione
Tolmezzo (UD)
Palazzo Campeis
Fondazione museo carnico delle arti popolari Michele Gortani
Iscrizioni

in alto a sinistra: ANN: AETATIS SVAE LXXXV/ 1759

verso, in basso a sinistra: CICERI

L'anziana donna è raffigurata stante, a busto intero, con le spalle curve e lo sguardo diretto a colui che guarda, al quale sembra rivolgere il gesto ammonitore che compie con la mano sinistra, mentre con la destra sgrana un rosario desinente con una medaglia ovale trattenuta da un nodo di nastro rosso. La donna indossa una camicia bianca, orlata al collo e ai polsi da trine che scendono arricciate anche sul davanti; il suo abito è composto da una giacca nera, abbottonata davanti, inserita nella gonna nera arricciata, unita al corpetto e protetta da un grembiule del medesimo colore. Sulle spalle l'anziana porta un fazzoletto bruno bordato da rigature nere e grigie, con le punte infilate nella cintura nera, piatta, che le cinge la vita. La donna ha il capo coperto da un fazzoletto bianco guarnito di trine, porta al collo una collana a cinque fili di perle e la fede nuziale all'anulare. Sullo sfondo si scorge un plinto sul quale si imposta una colonna dal fusto circolare avvolto in un drappo nero.

Attribuito a Silvestro Noselli da Luigi Ciceri (1978, p. 96), con il quale concordano anche gli studi successivi (cfr. Ganzer, 1990, p. 12; Pugnetti, 2006, p. 352), il dipinto raffigura Maria, figlia di Giovanni Barbolano di Collina di Forni Avoltri, oste e mercante, nata nel 1674 e andata sposa al notaio e possidente di Comeglians Giovanni Tommaso Tavosco (cfr. Pugnetti, 2006, pp. 350-352). Il ritratto fu eseguito un anno prima della morte della donna, che nel 1759 portava il lutto del marito ormai da tempo: essa "non ha in mano le chiavi di casa, che ne facevano la donna e padrona della famiglia", ma, ormai anziana, diviene "la memoria della casa e del paese" (cfr. Pugnetti, 2006, p. 352). Al Museo carnico si conseva anche il ritratto di uno dei figli di Maria Barbolana, il notaio Giacomo Tavoschi (inv. 1569, cfr. OA 17602 - NCTN 00154547; cfr. Ferigo/ Lorenzini, 2006, p. 143).

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BIBLIOGRAFIA

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Ferigo G./ Lorenzini C., Mistrùts: ovvero Le vite dè più eccellenti architetti, pittori e scultori che hanno illustrato la Provincia della Carnia tra Seicento e Settecento, con notizie sui tempi loro, in Mistrùts. Piccoli maestri del Settecento carnico, Udine 2006

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