dipinto, ambito carnico-carinziano, XIX

La bambina è raffigurata frontalmente, a busto intero, stante presso un tavolino, con lo sguardo diretto a colui che guarda e le manine strette attorno al manico di un cestino di vimini posato sul tavolo. Nel cestino figurano fiori e frutta: una rosa, una pera di colore ruggine e un grappolo d'uva nera. Sul tavolo sono posati una rosa, una foglia e un bocciolo del medesimo fiore. La bambina indossa una veste rosa stampata a piccoli fiori stilizzati marrone, dall'ampio scollo, con maniche corte, tagliate a cappe e orlate da un bordo bianco che corre anche lungo le cuciture delle maniche e della scollatura. La veste è cinta in vita da una cintura alta di tessuto nero. La bambina porta un cerchietto d'oro al lobo dell'orecchio destro.

L'opera sembra prestarsi al confronto con la produzione di alcuni ritrattisti attivi in Carnia nel XIX secolo come l'austriaco Andrea Lexer, che nel 1847 firma e data il ritratto della famiglia Durigon (Fondazione Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari "Luigi e Michele Gortani", inv. n. 3926, OA 28058 - NCTN 00154683, cfr. - Ritratti di Carnia, 1990, pp. 64-65), e al quale è attribuito il ritratto della famiglia Leschiutta (inv. n. 1680, OA 27967 - NCTN 00154667), dove le fanciulle recano oggetti "da donne, graziosi ed emblematici: il cestino con la pannocchia, quello con i fiori per la più piccola, il grappolo d'uva per la ragazza in rosa (...)" (cfr. Ritratti di Carnia, 1990, p. 80), o come Giovanni Ariis, autore, nel 1847, del ritratto dei fratelli Da Pozzo di Solars di Ravascletto (inv. n. 1682, OA 27704 - NCTN 0015466, cfr. Gortani, 1978, p. 319, tav. XIV).