Un uomo con il capo coperto da un turbante bianco siede a terra, in primo piano, poggiando un braccio su un masso, in contemplazione delle rovine di un edificio simile a un antico acquedotto romano attorno al quale è cresciuta una rigogliosa vegetazione.
Il ciclo, campito entro cornici a stucco, decora le pareti del salone centrale al piano nobile di Palazzo Campeis. La parete settentrionale e la parete meridionale della sala sono interessate da due grandi scene raffiguranti episodi tratti dalla Gerusalemme Liberata; le pareti a oriente e occidente, finestrate, sono decorate da due piccole scene bucoliche. L'attribuzione di questo ciclo a Pietro Antonio Novelli si deve a Giuseppe Bergamini, che assegna al pittore anche gli affreschi in una sala al piano superiore nella villa Mantica Frangipane a Pavia di Udine (cfr. Bergamini, 1996, p. 45), mentre la precedente ascrizione del ciclo tolmezzino a Francesco Chiarottini, avanzata da Franco Quai (1975, cfr. scheda cartacea OA 8434), non sembra aver trovato riscontri negli studi successivi (cfr. De Grassi, 1996).
Bergamini G., Il Settecento in Friuli. Un secolo d'oro, in Giambattista Tiepolo. Forme e colori. La pittura del Settecento in Friuli, Milano 1996
De Grassi M., Francesco Chiarottini. 1748-1796, Monfalcone (GO) 1996