Sui quattro angoli della volta sono dipinti, in basso, dei paesaggi animati da motivi architettonici e in alto, entro tondi, dei paesaggi con animali, forse simboleggianti i quattro continenti. Tutto ciò è inserito entro una ricca trama a grottresche con fronde, fiori, frutti, festoni e architetture irreali, popolate di figure umane e di animali reali o fantastici.
La sala che accoglie la decorazione murale in esame è comunemente detta "sala azzurra" o "sala del baldacchino", per la funzione che essa ricopriva al tempo della costruzione del corpo di fabbrica. La volta viene per tradizione attribuita a Giovanni da Udine, detto il Ricamatore per le caratteristiche grottesche, commissionate probabilmente dal patriarca Marino Grimani il quale, nella prima metà del XVI secolo, si fece promotore della decorazione di questo ambiente, che sarebbe diventato la sala del trono per le udienze ufficiali. Mancando ogni testimonianza documentaria che attesti la sicura paternità dell'opera, e a dispetto della critica che per decenni e secondo tradizione vuole l'affresco opera del Ricamatore, Caterina Furlan (1987), riprendendo considerazioni avanzate da Coletti (1937), ha sollevato dubbi in merito, osservando come Vasari, storico biografo dell'artista, non ricordi tra le opere del maestro la decorazione del palazzo patriarcale. Le sgraziate approssimazioni nella resa di alcuni elementi, certo non degni del Ricamatore, spingono la studiosa non solo a dubitare della paternità dell'opera, ma anche a posticiparne la realizzazione al 1581.
Bergamini G./ Marioni Bros L., Museo diocesano e Gallerie del Tiepolo. Guida breve, Udine 2012
Menis G.C., Il patriarca e il Tiepolo. Guida breve al Museo diocesano e Gallerie del Tiepolo nel Palazzo patriarcale di Udine, Udine 2004
Bergamini G., "Ornati de stuchi" a Udine, in L'arte dello stucco in Friuli nei secoli XVII-XVIII. Storia, tecnica, restauro, interconnessioni, Udine 2001
Furlan C., Dopo Raffaello, in Giovanni da Udine (1487-1561), Udine 1987