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L'angelo annunziate, disceso dal cielo su una nube, appare sulla sinistra del dipinto con il giglio stretto nella mano destra e la sinistra levata a indicare verso l'alto. La Vergine, colta in meditatione presso un inginocchiatoio accanto al quale è appoggiato il cesto del cucito, incrocia devotamente le mani sul seno e abbassa lo sguardo in segno di accettazione. Dall'alto discende la colomba dello Spirito Santo entro un trionfo di luce.
La serie di cui fa parte il dipinto in esame apparteneva all'altare della Madonna del Rosario, collocato nell'atrio addossato alla chiesa udinese di San Pietro Martire, fondata nel 1285 dai domenicani, grandi sostenitori della pratica del Rosario. Ricordati ancora in loco dal Cavalcaselle nel 1876, i dipinti furono probabilmente rimossi nel ventennio successivo. L'attribuzione a Maffeo da Verona, avanzata da Someda De Marco (1970), si basa sul confronto con le opere realizzate per il Duomo e per la chiesa delle Zitelle (1610) di Udine e con la serie di dipinti raffiguranti episodi della Vita della Vergine commissionato da Monsignor Paolo Tiepolo, decano di Aquileia, e donati alla medesima chiesa per legato testamentario.
Bergamini G./ Marioni Bros L., Museo diocesano e Gallerie del Tiepolo. Guida breve, Udine 2012
Marioni Bros L., Catalogo, in Oreficeria Sacra ... e altro, 2005
Someda De Marco C., Il Duomo di Udine, Udine 1970