Senza titolo, dipinto, Patrone Carlo, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
non figurativo
Autore
Patrone Carlo (1929/ 2010)
Cronologia
1978 - 1999
Misure
cm - altezza 56.5, larghezza 79.5
Codice scheda
OA_125140
Collocazione
Pordenone (PN)
Centro Culturale Casa Antonio Zanussi Pordenone
Collezione della Fondazione Concordia Sette

Macchie di forma triangolare nelle gamme del verde e del rosa su fondo bianco.

Anatomopatologo presso l’ospedale di Udine e docente di anatomia patologica all’Università di Padova (nonché medico legale), Carlo Patrone è stato indubbiamente un artista sui generis, che ha sfruttato le conoscenze chimiche tratte dalla sua formazione scientifica e dal suo lavoro, per portare avanti una ricerca artistica del tutto originale. La sua poetica consiste nella volontà di superare il concetto tradizionale di pittura intesa come stesura di pigmenti sopra un supporto inerte e passivo. Patrone sposta la regia operativa dalla parte del supporto e da esso inizia il suo affascinante percorso. Sceglie in particolare la carta, concentrando la sua attenzione su questo solo materiale, pur nelle sue varianti infinite (cartone da imballaggio, carta velina, pergamena, carta cinese, carta da testo…) e la sottopone a un duplice processo. Il primo può essere definito “di attivazione della carta” e consiste nel sottoporre quest’ultima a un trattamento con ossidanti che ne ammorbidiscono il tessuto, la carta così si infragilisce secondo la propria struttura interiore, dimostrando differenze quantitative delle sue componenti (lignina, cere, cellulosa…). Il secondo processo può essere definito “epifania della materia” o “endogenesi”: la carta viene sottoposta all’azione di vari acidi, ai quali spetta il compito di portare alla luce la mappa intrinseca della materia, invisibile a occhio nudo. Il gesto di Patrone è teso insomma a rendere visibile l’anima del mondo ipodermico che costituisce la materia, è suo preciso scopo restituire alla materia il suo statuto originario. Unisce così scienza e poesia in una delicata “fiaba materiologica”. Non si tratta di un'azione diretta sul supporto, ma di una mediazione alchemica, l'artista si fa alchimista per permettere al supporto stesso di rivelare e di far affiorare forme e colori a esso consustanziali. L'arte diviene azione maieutica: l'intervento esterno serve solo a mettere il materiale nelle condizioni di "parlare", svelando il proprio segreto labirinto.

BIBLIOGRAFIA

Collezione Concordia 7, La collezione Concordia 7. Arte dalla storia del Centro Culturale Casa Antonio Zanussi Pordenone, Pordenone 2011