Fräulein Lisbeth, dipinto

La governante Lisbeth è ritratta a mezzo busto, di tre quarti verso sinistra, con la mano destra che stringe un mazzolino di fiori portata verso il petto; la fine e minuziosa pennellata a tempera indaga l'effigiata con attenzione alla resa delle fisionomia e dei risvolti psicologici.

La tempera su tela, firmata in basso a destra, raffigura, come attesta anche una scritta autografa dell'artista posta sul retro del telaio, la signorina Lisbeth, una giovane tedesca che fu governante in casa Savinio nel 1932-1933. L'opera è posta al 1932 dallo stesso Savinio nella monografia del 1949 (cfr. Savinio 1949). L'artista verso il 1930 dipinge una serie di ritratti familiari e di amici, mosso dalla volontà di resa realistica che accomuna in questo stesso periodo anche la ritrattistica di Giorgio de Chirico. Questi personaggi, colti a mezzo busto, sono visti con occhio ironico, in essi l'artista vuole sottolineare alcune particolarità di carattere e fisiognomiche, con alle spalle un minimo di ambientazione. Nell'opera in esame Savinio mostra l'influsso della Nuova Oggettività tedesca oltre a rileggere i famosi esempi del Rinascimento nordico, da Dürer a Holbein. Sotto il profilo stilistico e compositivo e per la tecnica usata la Fräulein Lisbeth di Udine può essere avvicinata alla Penelope di collezione privata milanese, del 1930 circa (cfr. Giannelli 1991).