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in basso a destra sopra il basamento del tempietto: Savinio
Il dipinto fu esposto nel 1954 alla XVII Biennale di Venezia come già appartenente agli Astaldi. Firmato in basso a destra, è datato dallo stesso artista al 1944, all'interno della sua monografia uscita nel 1949 (cfr. Savinio 1949). L'opera rappresenta la dea Atena, raffigurata con la testa di civetta secondo un'iconografia tipica della simbiosi metamorfica tra divinità e suoi attributi, che ritorna al suo tempio. Nell'idea dell'artista essa assume il significato simbolico dell'abbondono da parte della divinità, simbolo della Sapienza, del mondo degli uomini, che non è più in grado di cogliere la presenza del sacro sulla terra. Questa teoria nichilista Savinio l'aveva maturata attraverso la lettura e lo studio delle teorie filosofiche di Nietsche, per cui sono inesorabilmente perdute la saggezza e la bellezza del mondo antico. Questo senso tragico dell'esistenza assume nell'opera di Savinio un tono meno assoluto, permeandosi di un garbato senso del distacco, dando vita ad immagini di divertita ironia.
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Vivarelli P., Alberto Savinio: catalogo generale, Milano 1996
Bergamini G., Da de Chirico a Morandi Capolavori del Novecento dalla collezione Astaldi e dalla Galleria d'arte Moderna di Udine, Milano 1994
Vivarelli P., Alberto Savinio Dipinti 1927-1952, Milano 1991
Bortolatto L., Arte italiana 1895-1952 dai Musei Triveneti, Roma 1991
Alberto Savinio, Alberto Savinio, Cento 1980
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971
XXVII Esposizione biennale, XXVII Esposizione biennale internazionale d'arte, Venezia 1954
Savinio A., Alberto Savinio, Milano 1949