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in basso a destra: Vespignani 1960
Il dipinto è firmato dall'artista e datato 1960. La Bentivoglio (1971) segnala che fu esposto all'VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma che si tenne dal dicembre 1959 all'aprile 1960 ed evidentemente deve essere stato inserito tra le opere esposte quando l'Esposizione era già stata inaugurata. Fin dagli esordi, nel primo dopoguerra, il paesaggio della periferia con il suo patrimonio di emarginazione costituisce la tematica portante nell'arte impegnata di Vespignani, prima indagata nelle opere grafiche, disegni e stampe all'acquatinta e acquaforte, e poi dai primi anni Cinquanta in pittura, in concomitanza con il momento neorealista. Tra il 1959 e il 1962 la sua materia pittorica si fa sempre più buia e corposa, evidenziando tangenze informali che riducono le forme architettoniche in presenze organiche e spettrali. Nel dipinto di Udine l'artista focalizza l'attenzione sul palazzo sventrato, trasfigurandolo in una materia spessa e pastosa sui toni cupi del grigio e del blu e facendolo diventare l'emblema stesso dello sgretolamento. Da notare la particolare tecnica pittorica caratterizzata dalla materia stesa con spatolate dense nell'intenzione di rendere la stratificazione degli intonaci, a spruzzi e gocciolamenti.
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971
VIII Quadriennale, VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, Roma 1959