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in basso a destra: Vespignani 1959
Il dipinto è firmato dall'artista e datato 1959. Fu esposto all'VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma che si tenne dal dicembre 1959 all'aprile 1960 e in quell'occasione fu acquistato dai coniugi Astaldi. Fin dagli esordi, nel primo dopoguerra, il paesaggio della periferia con il suo patrimonio di emarginazione costituisce la tematica portante nell'arte impegnata di Vespignani, prima indagata nelle opere grafiche, disegni e stampe all'acquatinta e acquaforte, e poi dai primi anni Cinquanta in pittura, in concomitanza con il momento neorealista. Tra il 1959 e il 1962 la sua materia pittorica si fa sempre più buia e corposa, evidenziando tangenze informali che riducono le forme architettoniche in presenze organiche e spettrali. Nel dipinto di Udine si staglia contro il biancore del grattacielo la cupa desolazione delle catapecchie, dai cui muri scalcinati sorride, in un contrasto stridente, un manifesto con un viso di donna dalle labbra rosse, unica nota cromatica accesa in un contesto di toni grigi e verdi scuri. Da notare la particolare tecnica pittorica, caratterizzata dalla materia stesa con spatolate dense nell'intenzione di rendere la stratificazione degli intonaci, a spruzzi e gocciolamenti, che contribuisce a rendere il senso di sgretolazione dell'immagine stessa.
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971
VIII Quadriennale, VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, Roma 1959