in basso a sinistra: Bergagna 42
Il dipinto raffigura un'icona con la Madonna nera con Gesù Bambino in braccio, parzialmente coperta da un drappo. Le stanno dinanzi un vaso con un fiore rosso e un contenitore bombato chiuso da coperchio.
Il dipinto è giunto nell’attuale collocazione grazie a un legato di Giampaolo de Ferra, professore Emerito e Rettore dell’Università triestina dal 1972 al 1981. Perfezionata nel 2016, la donazione ha fatto arrivare all’Ateneo insieme alla tavola di Bergagna altri cinque dipinti di importanti artisti triestina, tra i quali due di
mano di Nino Perizi, facendo di quest’ultimo l’artista più rappresentato nelle collezioni universitarie.
Dopo una prima formazione sotto la guida di Eugenio Scomparini, tra il 1901 ed il 1903, insieme all’amico Romano Rossini, Bergagna nasce come pittore decoratore per dedicarsi solo in un secondo momento alla pittura da cavalletto. Espone per la prima volta nel 1920 in una personale allestita al Salone Michelazzi di Trieste, per proseguire nei decenni successivi frequentando tutte le mostre Sindacali Interprovinciali dal 1927 al 1942, con sporadiche presenze alle più importanti mostre nazionali. Dopo un’iniziale attenzione alla maniera matura di Fittke e al simbolismo monacense, lo stile di Bergagna evolve verso un fare pittorico più sciolto e vibrante, tra Bonnard e De Pisis.
Madonna con il Bambino è datata 1942 e si colloca in quella fase che è stata definita dalla critica “argentata”,
fatta di preziosità cromatiche e di ricerca di riflessi luminosi ben visibili nel dipinto in esame. Una fase ben presto abbandonata, a partire dal 1947, per soluzioni più vicine alla pittura postimpressionista e in particolare a quella di Bonnard. Il soggetto, legato alla rappresentazione della religiosità popolare, è ricorrente nella produzione dell’artista, è infatti noto alla letteratura un dipinto di analogo soggetto datato 1947, esposto nel 1972 quand’era in collezione Cigotti (Vittorio Bergagna, catalogo della mostra di Trieste, Palazzo Costanza, Trieste, Circolo della cultura e delle arti, 1972, p. 49, n. 32; A. Agnelli, Rossini e Bergagna: postimpressionismo a Trieste, Trieste, Cassa di Risparmio di Trieste, 1987, p. 176, n. 122), mentre è datata 1954 un’altra tela che affronta una tematica del tutto simile comparsa all’Asta Stadion del 5 ottobre 2012 (lotto 259), caratterizzata da una pennellata molto più libera e materica.
De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024
Agnelli A., Bergagna e Rossini. Postimpressionismo a Trieste, Trieste 1987