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Tavoletta da soffitto realizzata in legno di abete, dipinta a tempera direttamente sul supporto privo di preparazione, ma semplicemente impermeabilizzato con una stesura di colla probabilmente di origine animale. La decorazione è costituita da una ‘scenetta’ con tre putti danzanti del tutto affine a un’incisione di Jacopo Francia. Una ‘danza di putti’ realizzata forse riprendendo parte di una stampa di Marco Dente, già indicata quale ispirazione per un disegno del Pordenone (conservato agli Uffizi) e per un dipinto dell’Amalteo (già nella collezione Cappello-Cini); secondo una modalità operativa che prevedeva l’utilizzo di stampe come repertori dai quali estrapolare soggetti da replicare poi nelle pettenelle, come nel caso di un’altra incisione (Giovanni Antonio da Brescia, Grottesche, 1513-1515) utilizzata nella decorazione di tavolette in palazzo de Portis a Cividale, in casa Cavazzini e in un edificio nel complesso della Fondazione Casa secolare delle Zitelle a Udine.