sullo strumento: Bukur Triest
sull'ultimo foglio delle note: C. de. Mayr 1836
Dipinto di soggetto profano, ritraente una donna seduta al fortepiano con la mano destra appoggiata alla tastiera e l'altra in atto di voltare la pagina dello spartito. Elegantemente vestita con un voluminoso abito azzurro e una stola di pelliccia, ha i capelli raccolti in una elaborata acconciatura abbellita da due rose.
Seduta al fortepiano, ma rivolta all'osservatore, l'elegante signora sembra aver interrotto per un attimo la sua esercitazione, ma la posizione delle mani, una alla tastiera, l'altra allo spartito, indica che, una volta girata la pagina, riprenderà a suonare dopo aver ricevuto l'approvazione della persona cui rivolge lo sguardo. Quando il dipinto venne acquistato nel 1927 dai Civici musei di storia ed arte il venditore, il signor Francesco Lodovich, dichiarò che la signora ritratta poteva essere una dama triestina forse appartenente alla famiglia Hierschel, famiglia borghese ebraica presente a Trieste tra il 1814 e il 1914 e fra quelle nell'orbita della Società Filarmonico-Drammatica della città. Chiunque ella sia, ne riconosciamo la grazia delle movenze, la delicatezza dei lineamenti, l'eleganza nell'abbigliamento sontuoso, ma portato con naturalezza, la ricercatezza nei gioielli: delicati gli orecchini assortiti agli anelli, più appariscente la coppia di braccialetti in oro e pietre rosse che decora i polsini dell'abito. Per l'impostazione e lo stile il dipinto ci riporta a quella ritrattistica accademica e di rappresentanza propria di Giuseppe Tominz tanto apprezzata e richiesta dalla ricca borghesia triestina e goriziana. Tuttavia la paternità di questo ritratto, non tanto psicologico o di carattere, quanto piuttosto di tono decorativo e apparente, è attribuita al de Mayr, operante a Innsbruck in quel periodo, come suggerisce la firma C. de Mayr seguita dalla data 1836 posta sull'ultimo foglio dello spartito. La tavolozza del mezzo buio di fondo prende vita con l'acceso turchese dell'abito trattato con velature argentee, con il bianco luminoso delle pagine che riflettono il bagliore sul candido incarnato del viso e delle spalle sulle quali è delicatamente annodata una striscia di pelliccia a coprire pudicamente la scollatura. Infine il volto chiaro contrasta con la massa scura dei capelli, acconciati in un'elaborata pettinatura d'ispirazione orientaleggiante (Resciniti 1996, p. 37). Il fortepiano porta la marca "Bukur Triest".
Resciniti L., Colori e musica. Dipinti dalle collezioni dei Civici Musei di storia ed arte: Civico museo teatrale "C. Schmidl", Trieste 1996
Ruaro Loseri L., Ritratti a Trieste, Roma 1993
Strumenti musicali, Strumenti musicali europei ed extraeuropei, Trieste 1979