bracciale, bottega russa, XIX

Bracciale a forma di serpente in oro intrecciato a tessuto con superficie satinata, testa a scaglie incise e occhi di rubino.

Il motivo del serpente fu popolarissimo per tutto l'Ottocento. Riportato in auge dalle scoperte archeologiche di manufatti di epoca egizia e greco-romana, dalla fine del XVIII secolo divenne un soggetto ricorrente in gioielleria. Alla sua popolarità contribuì in maniera determinante la regina Vittoria, grazie al bracciale indossato nel 1837 in occasione della sua prima seduta in Parlamento e all'anello di fidanzamento in smeraldi ricevuto dal principe Alberto, un serpente che si morde la coda esattamente come quello del bracciale Coronini, antico simbolo di eternità e quindi di imperituro amore. La sinuosità e la superficie a scaglie che contraddistinguono il corpo di questo animale costituirono per gli orafi dell'epoca una sfida e una fonte di ispirazione continua, con soluzioni originali e ingegnose. Resta purtroppo sconosciuto l'autore del magnifico bracciale in oro satinato la cui flessibilità è ottenuta attraverso l'abile intreccio di una sottilissima lamina d'oro, trattata quasi come fosse un tessuto. Il risultato è un lunghissimo serpente le cui spire si possono avvolgere in più giri intorno al braccio prendendone la forma. Non si può escludere che andasse indossato alto sopra il gomito, secondo la moda all'antica. Sarebbe in tal caso plausibile anche una datazione piuttosto precoce, ai primi decenni dell'Ottocento, sebbene tali tipologie conobbero un'immutata fortuna per tutto il secolo.