rombi dell'omerale, cartigli: S. DONATUS/ S. ROMULUS/ S. SILVANUS/ S. ERMOGENUS/ S. VENUSTUS/ S. PAULINUS
Busto reliquiario fortemente caratterizzato da un punto di vista fisiognomico. Il volto del santo presenta fronte alta solcata da due sottili rughe orizzontali, sguardo intenso accentuato dall'uso di due pietre nere incastonate negli occhi, naso pronunciato dal profilo irregolare, bocca appena socchiusa, capelli accuratamente delineati e disposti ordinatamente intorno alla tonsura. La parte posteriore del capo, entro il quale è custodito il cranio del santo, è apribile. L'omerale disposto intorno al collo è ornato da sei riquadri rettangolari, contenenti ciascuno un rombo con la raffigurazione a smalto di un santo: anteriormente san Paolino d'Aquileia a sinistra e lo stesso san Donato a destra, ai lati e sul retro i suoi quattro compagni di martirio Romolo, Silvano, Ermogene e Venusto, ciascuno identificato da un cartiglio. Nelle campiture triangolari laterali di risulta sono incastonate paste vitree policrome. Un sistema decorativo analogo arricchisce la fascia alla base del busto, dove si sussegue una serie di rombi con mezze figure di santi, tra i quali si riconoscono san Giovanni Battista sorreggente il tondo con l'Agnus Dei, Cristo, la Madonna con Bambino e san Pietro, centralmente sono presenti due vescovi, negli altri personaggi vanno riconosciuti gli apostoli. Anche in questo caso i triangoli laterali sono arricchiti da paste vitree colorate montate su alti peduncoli. Al collo del santo è appesa una crocetta reliquiario con le reliquie dei compagni di martirio raffigurati nell'omerale. Il busto poggia su quattro esili piedini a zampa.
Il busto reliquiario di San Donato è uno dei pezzi di oreficeria più importanti conservati in Friuli. Si tratta non solo di uno dei pochi manufatti di età patriarcale documentati e precisamente databili, ma anche di un unicum nel suo genere. Come si apprende dal documento redatto dal notaio Niccolò di Francesco, l’opera fu commissionata dal Capitolo di Cividale all'orefice Donadino di Brugnoro, residente a Cividale, cui il 5 maggio 1374 furono consegnate centouno once d'argento necessarie alla realizzazione del reliquiario di San Donato "cum [humerale]: circha gullam cum aliquantulo de busto in modum unius dyaconi". La venerazione del Santo a Cividale risale verosimilmente già agli inizi del Basso Medioevo ed è sicuramente attestata nel XII secolo, quando si menziona una cappella in Duomo a lui dedicata scampata ad un incendio. Da un punto di vista stilistico, una delle caratteristiche più rilevanti del busto reliquiario è “l’individuazione in senso ritrattistico e naturalistico della sacra effigie” (Luca 1992), collegata da Collareta al richiamo alla pittura neogiottesca dell'inoltrato XIV secolo che in area veneta vede in Altichiero e Tommaso da Modena le personalità di maggiore rilievo.
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