La base rialzata su gradino è formata da cinque petali stilizzati terminanti a punta, percorsi da una nervatura centrale. Il fusto a sezione esagonale, ornato da girali vegetali, comprende un nodo schiacciato su cui spiccano cinque castoni romboidali arricchiti da smalti blu recanti cinque punti bianchi disposti a croce stilizzata (ma anche letti come fiorellini a quattropetali). La teca è costituita da un tamburo esagonale, le cui facce traforate, profilate da un motivo a cordoncino, recano al centro un quadrifoglio racchiuso da una cornicetta romboidale rilevata, circondata agli angoli da quattro trifogli stilizzati. Il perimetro superiore è enfatizzato da una merlatura guelfa sporgente, mentre quello inferiore è ribattuto all'interno. La struttura è conclusa da una copertura piramidale, incernierata alla teca sottostante e apribile, sormontata da una piccola croce.
Il manufatto, pubblicato per la prima volta nel catalogo della mostra udinese del 1883, venne datato al XIV secolo da Bertolla-Menis (1963), mentre nei contributi più recenti (Mansi 2006) è assegnato alla produzione del secolo successivo.
Lunazzi Mansi Maria, I paramenti e l'oreficeria sacra della parrocchia di Sauris, in Il patrimonio storico-artistico e culturale di Sauris, Sauris (UD) 2006, 5
Lunazzi Mansi M., Il tesoro di S. Osvaldo, in Un santo inglese a Sauris. Il culto e il mito di Sant'Osvaldo nei territori alpini e in Europa, Sauris (UD) 2006, 4
Bertolla P./ Menis G.C., Oreficeria sacra in Friuli, Udine 1963