Cattedrali in miniatura. Reliquiari architettonici

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Cattedrali in miniatura. Reliquiari architettonici

La diffusione del culto delle reliquie, legate alla vita di Cristo e della Vergine o ai resti mortali di santi e martiri, e degli oggetti a essi appartenuti, favorì in epoca medievale la creazione di una ricca serie di custodie di tipo e materiale diverso per conservarle ed esporle. Si tratta di strutture che vanno dalle grandi casse-sarcofago alle forme antropomorfe "parlanti" - riproducenti teste, busti, gambe, braccia, mani, piedi -, dai contenitori a fiala, ostensorio e teca, a quelli che richiamano le forme dell'architettura.

È sui manufatti appartenenti a quest’ultima tipologia che si vuole richiamare l’attenzione. Il nucleo più numeroso di reliquiari architettonici conservato, patrimonio del Duomo Concattedrale di San Marco di Pordenone, è ora esposto nel Museo civico d'arte della città, altri si trovano nel Museo della Pieve di Ovaro, provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Gorto, nel Museo cristiano e tesoro del duomo di Cividale e nel Centro Storiografico Museo di Sant'Osvaldo a Sauris. Infine, un piccolo numero di esemplari è ancora custodito in chiese del territorio.

Gli esemplari presi in esame, realizzati con perizia di lavorazione, prevalentemente in rame dorato, argento e argento dorato, cesellato, sbalzato e applicazioni in smalto, sono caratterizzati da teche in vetro inserite entro montature che riprendono elementi specifici degli edifici di culto quali guglie, colonne, pinnacoli, cuspidi, contrafforti, archi rampanti, merlature, edicolette. Assegnabili per la maggior parte al periodo tardo gotico, offrono un campionario di notevole interesse dei modelli diffusi in Friuli tra i secoli XIV e XVI.

Le strutture, spesso relativamente semplici, mostrano di ispirarsi a costruzioni più complesse, come i capolavori di Nicolò Lionello e della sua bottega o ai raffinati prodotti delle botteghe tedesche e veneziane. Benché i reliquairi abbiano talvolta subito rimaneggiamenti e sostituzioni, nel loro complesso offrono sicuramente una panoramica completa degli stilemi dell’epoca.

Le basi su cui poggiano questi preziosi oggetti sono generalmente polilobate o mistilinee, in questo caso spesso un lobo a petalo si alterna a una punta; in alcuni esemplari sono lisce, ma solitamente sono decorate con raffinati motivi vegetali cesellati o sbalzati. L'elemento centrale del fusto che regge il ricettacolo, detto nodo, può essere ornato da baccellature, edicolette in miniatura ospitanti figure sacre, oppure da castoni aggettanti arricchiti da scudi, smalti, rosette o pietre. E' infine nei ricettacoli, nei quali sono inserite le teche cilindriche o quadrangolari ove le sacre reliquie trovano la loro casa, che il gusto architettonico si sbizzarrisce, dando vita a soluzioni originali utilizzando motivi e stilemi del gotico internazionale e della nuova sensibilità rinascimentale.

 

Per approfondire:

  • Oreficeria sacra in Friuli, catalogo della mostra (Udine, Museo Diocesano d'Arte Sacra, 9 novembre-1 dicembre 1963), a cura di P. BERTOLLA, G.C. MENIS, Udine 1963.
  • Oreficeria sacra del Friuli occidentale. Sec. XI-XIX, catalogo della mostra (Pordenone, Centro culturale Odorico da Pordenone, 28 dicembre 1975-28 febbraio 1976), a cura di G. MARIACHER, Udine 1976.
  • G. BERGAMINI, Cividale del Friuli, Udine 1977.
  • Il tesoro del Duomo di Pordenone, catalogo della mostra (Pordenone, Museo civico Palazzo Ricchieri, 13 dicembre 1986-30 gennaio 1987), a cura di G. GANZER, Pordenone 1986.
  • G. GANZER, Il tesoro e l'arredo in San Marco di Pordenone, a cura di P. GOI, Pordenone 1993.
  • M. LUNAZZI MANSI, I paramenti e l'oreficeria sacra della parrocchia di Sauris in Il patrimonio storico-artistico e culturale di Sauris, a cura di L. PROTTO, 5° Quaderno del Centro Etnografico, Sauris 2006.
  • BERGAMINI G., GOI P., Il periodo romanico e gotico, in Storia dell’oreficeria in Friuli, a cura di G. BERGAMINI, Milano 2008.
  • M.B. BERTONE, Il museo della Pieve di Gorto. Guida all'esposizione, Udine 2015.