Nino Perizi nelle collezioni dell’Università degli Studi di Trieste
Nino Perizi è una delle personalità più interessanti dell'arte triestina del novecento. Dopo un periodo iniziale influenzato dal post-cubismo, intraprende un percorso astratto, mantenendo richiami naturalistici nelle sue opere. Successivamente, sente il bisogno di esplorare il campo tridimensionale, dimostrandosi però attivo anche in diverse altre tecniche come il mosaico, l'arazzo, la gioielleria, oltre a mostrare buone capacità nell’incisione e nella serigrafia.
Le opere di Perizi sono presenti in musei e pinacoteche, e molte delle sue sculture monumentali si trovano in edifici pubblici e privati. Nelle collezioni dell'Università si conservano quattro dipinti. I primi due, donati grazie a un lascito di Giampaolo de Ferra, professore emerito e rettore dell'Università di Trieste dal 1972 al 1981, riflettono momenti distinti del percorso artistico di Perizi. Il primo, realizzato all'inizio degli anni Sessanta, dimostra l’interesse dell’artista per le sperimentazioni informali, mentre il secondo evidenzia una maggiore attenzione verso il naturalismo. Il terzo dipinto, astratto e senza titolo, risale alla metà degli anni Sessanta ed è vicino, per stile, all’espressionismo astratto.
Da ricordare ancora “Omaggio a Garcia Lorca” entrato nelle collezioni dopo l'Esposizione Nazionale di Pittura Italiana Contemporanea del 1953, esposto in diverse esposizioni tra cui la mostra del 2024 che racconta la storia, l'arte e l'architettura dell'Università allestita in occasione del Centenario dell'Ateneo al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto di Trieste.
Nelle collezioni si conserva anche una scultura di Perizi, Struttura bianca n.1, realizzata all'inizio degli anni Settanta, esemplificativa della sua produzione tridimensionale di quel periodo.
Infine, si custodiscono due disegni a pastello: una veduta della Basilica di San Marco a Venezia e un paesaggio naturalistico, con un'impronta apparentemente astratta.