L'arte triestina del secondo Novecento nelle raccolte dell’Ateneo di Trieste
Una serie di dipinti testimonia il vivace fermento artistico e culturale che caratterizza i decenni successivi al secondo dopoguerra a Trieste. In quel periodo, coesistono diverse tendenze artistiche. I pittori della generazione più anziana rimangono legati al naturalismo e alla tradizione precedente, mentre i più giovani, si orientano verso le avanguardie artistiche, mostrando un forte interesse per le nuove sperimentazioni che emergono nelle esposizioni internazionali.
Nelle collezioni dell'Università si conservano tre tele di Nino Perizi, che riflettono momenti distinti del suo percorso artistico. Il primo, "Omaggio a Garcia Lorca", rivela una maggiore attenzione verso il naturalismo; il secondo, “Nuvole”, realizzato all'inizio degli anni Sessanta, evidenzia l’interesse per le sperimentazioni informali; il terzo dipinto, astratto e senza titolo, risale alla metà degli anni Sessanta ed è stilisticamente vicino all’espressionismo astratto.
Interno con figure è una tempera che documenta la produzione di Miela Reina, apprezzata artista triestina, molto attiva a livello locale e scomparsa prematuramente.
Per quanto riguarda Romeo Daneo, pittore autodidatta e figura di spicco nel panorama artistico triestino della seconda metà del Novecento, si conserva Spaventacchio n. 2, realizzato per l'Esposizione Nazionale di Pittura Italiana Contemporanea tenutasi all'Università di Trieste nel 1953. Del fratello Renato Daneo, è presente Proiezione di un geode nello spazio, con il quale ha partecipato al concorso per l’acquisizione di opere d’arte per il Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste.
Di Dino Predonzani, autore capodistriano attivo a Trieste, si ricorda qui la tela entrata nelle collezioni nel 1953, La cattedrale distrutta, che raffigura la cattedrale di Amburgo distrutta da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale ma presso l'Ateneo è presente una ricca raccolta di opere, il Fondo Predonzani, consistente nella raccolta di disegni donati dalla nipote all'Università nel 2022.
Ancora legato al figurativo è il nucleo delle nature morte, che include i lavori di Mirella Schott Sbisà, Alice Psacaropulo e Vittorio Cocever, sebbene in questi ultimi si percepisca un nuovo e più moderno uso del colore.
Inoltre, si segnalano una Veduta di Parigi dell'autodidatta Federico Righi, un paesaggio marino e due vedute del Carso di Mario Lannes, due tele di Edoardo Devetta.
Infine si cita In attesa del bus di Livio Rosignano; nato a Pinguente, in Istria, luogo d'origine della sua famiglia, è sempre vissuto a Trieste, Rosignano si è formato e ha lavorato in città dove è stato anche partecipe attivo del mondo culturale.