amitto, manifattura italiana, XIII

Oggetto
amitto
Ambito culturale
manifattura italiana
Cronologia
1250 - 1299
Misure
cm - altezza 42, lunghezza 176
Codice scheda
T_36904
Collocazione
Udine (UD)
Museo del Duomo-Cattedrale di Udine
Museo del Duomo di Udine. Raccolta del Beato Bertrando

L'amitto è costituito da due pezzi di tela di lino color ecrù, ricamato a punto croce allungato con filati di seta rosso e blu. La decorazione si presenta a bande orizzontali distanziate sul fondo. Da una estremità della stoffa si legge una prima teoria con una coppia di pappagalli affrontati verso uno stelo, ogni coppia è separata da un albero blu a cinque rami. Segue una sequenza di coppie di pavoni affrontati verso un albero di vite con grappoli e pampini, alternate nei colori rosso e azzurro ed una terza fascia simile alla prima. Dall'altra estremità si legge una sequenza di grifoni alati rossi e blu alternati, rivolti a destra, sono caratterizzati da testa d'uccello con corna, zampe anteriori da rapace, quelle posteriori leonine, come il resto del corpo, dietro un piccolissimo pappagallo o distanziato da una rosetta a quattro petali, come all'altezza della coda. Segue una composizione con maglie a rete di rombi interrotta con motivi a croce rossi e azzurri di dimensione quadrata e un'altra sequenza di grifoni alati rivolti in altra direzione.

L'amitto è databile alla seconda metà del secolo XIII. I motivi decorativi presenti, raffiguranti animali (papagalli, pavoni, grifoni alati) ed elementi vegetali (alberi, uva), con i loro significati simbolici, risalgono iconograficamente al medioevo cristiano, precisamente al periodo romanico e a un momento di transizione, in quanto la decorazione geometrica, di tipo architettonico, è associata all'elemento animale che è preponderante. Il ricamo, probabilmente eseguito su commissione e per uso ecclesiastico in riferimento alla raffinatezza stilistica, al tipo di materiali e ai temi iconografici trattati, può essere considerato opera di ricamatori a cui era nota la produzione tessile più preziosa. Per questi aspetti e per la sua fattura (due pezzi uniti tra loro) sembra probabile che l'oggetto avesse maggiori legami con l'arredo liturgico più che con l'abbigliamento sacerdotale. L'amitto che veniva impiegato nella vestizione del sacerdote, fin dalle origini doveva essere di lino; le dimensioni prescritte erano diverse dalle quelle rilevate. Tenuto conto della datazione proposta, si ritiene che questo parato - anche se appartenuto al Patriarca Bertrando -, con tutta probabilità fosse una tetravela (considerate le dimensioni), ossia un velo che, fino al XIII secolo, veniva appeso alle colonnine laterali del tempietto costruito sull'altare-ciborio. Per il fissaggio erano impiegati degli anelli sulle traverse disposte tra le colonne. Sembra però più verosimile si tratti di una tovaglia d'altare poichè, per arredare la mensa erano prescritte tovaglie di lino che potevano avere decorazioni simili. Manufatti intessuti con impianto stilistico simile, molto diffusi, sono stati attribuiti nei secoli alla tradizione popolare o domestica. Destinato, a seconda dei periodi, ad uso domestico (biancheria da casa) o ecclesiastico, tale genere di stoffe è diffuso in area umbra o perugina (da cui la denominazione di tovaglie umbre o tovaglie perugine) ma anche in Friuli.

BIBLIOGRAFIA

Bertone M.B., I tessili dei Patriarchi. Paramenti sacri dal XIII al XX secolo nella Cattedrale di santa Maria Annunziata, Tolmezzo (UD) 2016